Presentazione

La stesura del presente Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) nasce dalla consapevolezza che per la malattia di Alzheimer così come per le altre forme di demenza, è necessaria l’applicazione di modelli omogenei ed integrati di presa in carico che puntino al coordinamento delle cure per garantire continuità, omogeneità, equità ed essere in grado di superare la frammentazione delle cure.

La demenza è una malattia cronica ad alto impatto socio-sanitario in cui, per le importanti conseguenze per il paziente e per il pesante coinvolgimento della famiglia, sono necessarie risposte che tengano conto del modificarsi delle condizioni complessive della persona malata e del caregiver, per garantire cura ed assistenza appropriata nelle diverse fasi della malattia.

L’analisi dei bisogni assistenziali, la necessità di ottimizzare le risorse disponibili, gli esiti attesi ed il principio di sostenibilità, sono i punti su cui si incardina la necessità di riorganizzare nuovi percorsi assistenziali.

Il PDTA è uno strumento operativo trasversale che “consente di creare collegamenti tra i ruoli e le funzioni individuate nella rete garantendo continuità assistenziale (DGR n. 13/ DDL del 28 maggio 2018 Allegato B 3.1 “I percorsi diagnostici terapeutici assistenziali”, Regione Veneto).

Il PDTA Regionale per le demenze si inserisce pertanto nel contesto di modelli organizzativi e di governance del Sistema Sanitario Nazionale. Punta all’appropriatezza degli interventi e alla continuità delle cure attraverso il sistema di Reti Cliniche (Decreto Ministeriale n. 70 aprile 2015 “Regolamento recante definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all'assistenza ospedaliera”) che facilitano la presa in carico e la tracciabilità delle prestazioni fornite in relazione al profilo di cura.

Identificandosi come strumento di gestione dei processi, contempla strumenti metodologici e tecnico scientifici adatti alla riorganizzazione degli interventi sanitari. Attraverso l’applicazione del PDTA ci si prefigge di promuovere l’intercettazione tempestiva della malattia, di fornire alla persona malata e ai suoi familiari punti di riferimento sicuri e qualificati, di creare una rete per ricomporre la frammentazione degli interventi, affinché gli attori lavorino in sinergia e si favorisca la massima condivisione delle conoscenze.

Il PDTA Regionale per le Demenze si propone inoltre di riconoscere e valorizzare i ruoli di tutti gli attori della rete coinvolti nella cura, promuovendo le competenze attraverso un dialogo costante. Tali propositi potranno realizzarsi solo attraverso la concreta applicazione del presente PDTA nell'intero territorio regionale.

A tal fine è stata realizzata una “Mappa per le demenze”, uno strumento facilmente consultabile, che utilizza il web allo scopo di fornire all'utente ed al professionista le conoscenze indispensabili per muoversi nella rete dei servizi in modo coordinato e consapevole: la mappa permette di acquisire indicazioni di percorso coerenti ed integrate per ogni bisogno, sia dell’utente che del professionista.

La condivisione del PDTA costituisce un elemento fondamentale di governance della rete per le demenze in cui vengono valorizzate le buone pratiche cliniche e definiti i modelli organizzativi più idonei per rispondere con efficacia ed efficienza alla richiesta di salute dei cittadini.

Il valore aggiunto di questo PDTA è anche quello di aver considerato ogni fase di malattia, dall'intercettazione alla diagnosi, alla presa in carico sino alle cure palliative, nell'ottica di favorire coordinamento e condivisione tra servizi/unità operative ospedaliere e territoriali coinvolte nel PDTA, in accordo a quanto previsto dal Piano socio-sanitario 2019-2023 della Regione Veneto, con un approccio multidisciplinare che permette di valorizzare le buone pratiche presenti nel territorio regionale, al fine di garantire a tutti i cittadini le migliori cure ed una buona qualità di vita.

Le proposte contenute nel documento saranno soggette ad un continuo aggiornamento nel rispetto delle nuove acquisizioni scientifiche (nuove linee guida, nuovi farmaci, esiti della ricerca scientifica).

Sarà pertanto compito del gruppo di lavoro che ha redatto questa prima edizione, apportare gli aggiornamenti necessari in tema di diagnosi e trattamento.