Percorsi possibili: una risposta appropriata per ogni fase della malattia
Percorsi possibili: una risposta appropriata per ogni fase della malattia
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Nella fase di continuità assistenziale l'assistente sociale può contribuire a sostenere l’autonomia residua, incrementare la consapevolezza (del paziente e del familiare) e la responsabilità della persona (prevalentemente il familiare) che si rivolge al servizio, organizzando e promuovendo prestazioni e attività coerenti alle esigenze della persona, supportando e favorendo l’integrazione dell’individuo al suo contesto di vita. L’individuazione tempestiva dei livelli di vulnerabilità e del rischio sociale consente un’idonea e attenta pianificazione del conseguente percorso di presa in carico. Individuare precocemente le maggiori vulnerabilità sociali e gli eventuali rischi annessi (perdita del reddito fisso, difficoltà di accesso a misure di sostegno, isolamento ambientale, stigma, ecc.) consente di superare la logica assistenziale degli interventi calati dal professionista, a favore della partecipazione attiva.
Indice di pagina
Mappa opportunità e servizi
Con la diagnosi e l’avvio della terapia, il contatto con l’assistente sociale è un momento importante per lavorare all’identificazione del bisogno e orientare la persona con demenza, la sua famiglia e il caregiver nella definizione del Progetto Assistenziale Individualizzato (PAI).
L’identificazione del bisogno e delle risposte appropriate producono risultati diversi per ogni fase della malattia.
Nella pagina dedicata al paziente, familiare e caregiver, è stata illustrata una mappa di opportunità e servizi declinati in un possibile ordine di gravità del bisogno. Questa mappa viene presentata anche qui di seguito.
1. Incontri di ritrovo per pazienti e familiari
Possono assumere varie denominazioni: Caffè Alzheimer, Memory caffè, Progetti sollievo… Sono occasioni per trascorrere del tempo in maniera organizzata assieme ad altre persone con la stessa malattia e ad altri familiari/caregiver con i quali scambiare esperienze. Sono altresì utili per fornire le competenze di base per la gestione della vita quotidiana in compagnia di un familiare che vive con la demenza. Normalmente sono attività che vengono svolte gratuitamente, anche da personale volontario. In questa pagina sono mappate le sedi delle Organizzazioni ed in questa trovi le sedi dei Progetti, con riferimento al territorio del Veneto.
2. Attivazione dell’amministratore di sostegno
L’amministratore di sostegno è una figura prevista dalla legge che ha lo scopo di affiancare le persone non più autosufficienti nella gestione dei propri interessi: dalla richiesta di assistenza e rapporto con i servizi, al pagamento delle bollette o dell’affitto, al consenso sulle cure sanitarie e assistenziali. Il suo compito è offrire aiuto e protezione alle persone più deboli, sia che siano ricoverate in istituto sia che vivano ancora in famiglia o da sole, garantendo priorità agli interessi principali della persona, imparzialità di scelta e un sostegno affidabile ai congiunti.
Per ulteriori informazioni sull’amministratore di sostengo clicca su questo collegamento.
3. Servizio di Assistenza Domiciliare (SAD)
È un servizio che ha l’obiettivo di aiutare la persona nello svolgimento delle attività quotidiane sollevando in parte la famiglia dal carico assistenziale (le attività svolte sono, ad esempio: igiene degli ambienti, servizio di lavanderia, preparazione dei pasti, igiene della persona, disbrigo di commissioni, trasporto, ecc…). Il servizio viene erogato dal Comune gratuitamente al di sotto della soglia dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente ISEE, definita dal Comune, oppure a pagamento, sulla base della fascia ISEE.
4. Servizio domiciliare privato – Badante
Quando la persona con demenza non può più stare da sola (in casa o fuori) o necessita di supervisione e aiuto nella quotidianità, e il familiare (o la rete dei familiari) non è in grado di provvedere a tempo pieno o di supportare tutto il carico assistenziale, può rendersi necessario ricorrere a delle figure esterne alla famiglia. Le possibilità sono le seguenti:
- affidarsi a servizi di assistenza privata, gestiti da organizzazioni private, presenti nel mercato, che offrono servizi alla persona che vanno dalla sorveglianza a ore, all’assistenza nelle 24 ore, e possono comprendere l’igiene della persona e della casa, la preparazione di pasti, ecc…
- affidarsi a un’assistente familiare (badante). La ricerca di una badante può avvenire in varie forme, dal passaparola al ricorso ad un’agenzia specializzata, che può fornire anche servizi di sostituzione (o di condivisione).
Ai pazienti e familiari è stato consigliata l’opportunità di parlare con l’assistente sociale e con il medico di famiglia della scelta di avvalersi di un assistente familiare, che è opportuno sia messo in relazione con il sistema delle cure.
L’assistente sociale potrà avere una migliore conoscenza del caso.
Il medico di medicina generale potrà fornire anche all’assistente le indicazioni per la somministrazione dei farmaci oppure potrà interagire direttamente con l’assistente in caso di bisogno.
5. Contributi economici sociali finanziati del Comune
Ogni Comune ha le proprie regole, che vengono illustrate dall’assistente sociale o dagli operatori dei Servizi sociali del Comune.
6. Contributo economico finanziato dalla Regione del Veneto (Impegnativa di Cura Domiciliare – ICD)
É un contributo finalizzato all’assistenza al domicilio delle persone non autosufficienti, con ISEE sociosanitario inferiore a 16.700 euro. Segnaliamo qui due tipologie di ICD (per maggiori informazioni clicca qui):
- ICDb, rivolta a persone non autosufficienti con basso bisogno assistenziale, del valore mensile di 120 euro.
- ICDm, rivolta a persone con demenza associata a disturbi del comportamento, del valore mensile di 400 euro.
La valutazione di non autosufficienza è compiuta dall’assistente sociale e dal medico di famiglia per l’ICDb e dall’Unità di valutazione del Distretto per l’ICDm. Per quest’ultima è necessaria la valutazione neurologica dei disturbi del comportamento (che il CDCD avrà già effettuato). L’accesso all’ICD avviene dopo il riconoscimento dell’idoneità e lo scorrimento di graduatoria, il cui punteggio è formulato sulla base della gravità del bisogno e dell’ISEE.
N.B.: Diversamente dall’indennità di accompagnamento dell’INPS, l’erogazione dell’ICD avviene sulla base di una graduatoria, ed è pertanto informare il richiedente che è possibile risultare idonei al contributo senza ottenerlo.
7. Centro diurno per anziani non autosufficienti
La richiesta di accesso al Centro diurno va presentata al Distretto sociosanitario. Nel Distretto verrà attivata l’Unità di Valutazione Multidimensionale (UVMD) per la valutazione del caso e l’attribuzione di un punteggio per l’accesso alla graduatoria. Nell’Unità di Valutazione saranno coinvolti anche il medico di famiglia e l’assistente sociale, che è opportuno che siano a conoscenza del caso.
Si distinguono due modalità di accesso al Centro diurno:
- con contributo a carico del fondo della non autosufficienza (impegnativa di semi-residenzialità), pari a 28 euro al giorno, che viene erogato tramite scorrimento di graduatoria. E’ prevista una compartecipazione (di circa pari importo) da parte dell’utente o del Comune.:
- alcuni posti sono disponibili a pagamento per l’intera quota: l’accesso avviene su diretta richiesta da parte dell’utente alla struttura diurna. Si consiglia di parlarne comunque con l’assistente sociale e con il medico di famiglia.
Guarda in questa mappa dove sono i Centri diurni per anziani non autosufficienti in Veneto.
8. Ricovero temporaneo o di sollievo
Nel corso dell’assistenza al domicilio può essere necessario un periodo di pausa dalla continuità assistenziale, per consentire un periodo di recupero psicofisico al caregiver principale o consentire le ferie all’assistente familiare quando non si individua un sostituto nemmeno nella rete familiare o extra-familiare. In queste situazioni si può richiedere tramite l’assistente sociale l’attivazione di servizi di sollievo con il ricovero temporaneo in residenza della durata, di norma, di 30 giorni, ripetibile al massimo 3 volte nei successivi 365 giorni. L’assistente sociale indicherà le modalità di accesso al servizio, che differiscono da zona a zona, ed aiuterà a segnalare la gravità del bisogno.
Questo servizio va programmato con largo anticipo (alcuni mesi). In caso di emergenza/urgenza, comunque, l’assistente sociale provvederà a richiedere al Distretto la convocazione urgente della UVMD per valutare il singolo caso.
9. Ricovero temporaneo in SAPA (Sezione Alta Protezione Alzheimer)
In tutte le ULSS sono presenti alcune strutture residenziali temporanee che ospitano persone con demenza in una fase di difficile gestione domiciliare. Il ricovero può durare al massimo 60 giorni, non ripetibili, ed è finalizzato al rientro a domicilio. Il SAPA è un nucleo strutturato con particolare attenzione alla gestione dei disturbi del comportamento e può coadiuvare nell’impostazione della gestione domiciliare.
Guarda in questa mappa dove si trovano i SAPA in Veneto.
10. Ricovero definitivo in residenza
Rappresenta un’opportunità indispensabile quando la famiglia che si prende in carico della persona con demenza dimostra di non avere più risorse (fisiche e psicologiche) per continuare a garantire un’assistenza appropriata ed adeguata a casa propria. La decisione di presentare richiesta di accesso in struttura in regime definitivo prevede il coinvolgimento del medico di famiglia e dell’assistente sociale del territorio.
La richiesta di accesso va presentata al Distretto sociosanitario. Nel Distretto verrà attivata l’Unità di Valutazione Multidimensionale (UVMD) per la valutazione del caso e l’attribuzione di un punteggio per l’accesso alla graduatoria.
Nell’Unità di Valutazione saranno coinvolti anche il tuo medico di famiglia e l’assistente sociale, che è opportuno che abbiano conosciuto il tuo caso. Informali che vuoi presentare domanda di accesso alla struttura residenziale.
Si distinguono due modalità di accesso:
- con contributo a carico del fondo regionale per la non autosufficienza (impegnativa di residenzialità), pari a 49 o 56 euro al giorno (a seconda della gravità del bisogno), che viene erogato tramite scorrimento di graduatoria. E’ prevista una compartecipazione da parte dell’utente o del comune. Il Comune interviene quando la persona non riesce a far fronte all’intera compartecipazione con il proprio reddito o con quello dei propri figli. Il Comune definisce il valore soglia dell’ISEE al di sotto del quale interviene con la partecipazione. L’ISEE in questo caso viene calcolato tenendo conto della situazione reddituale e patrimoniale dei figli, anche se non residenti.
- alcuni posti sono disponibili a pagamento per l’intera quota: l’accesso avviene su diretta richiesta da parte dell’utente alla struttura. Si consiglia di parlarne comunque con l’assistente sociale e con il medico di famiglia.
Servizi attivabili dal medico
11. Richiesta di servizi sanitari domiciliari
L’assistenza domiciliare infermieristica è può essere attivata, ad esempio, per il posizionamento di catetere vescicale, la medicazione delle piaghe da decubito, i prelievi a domicilio quando il paziente non deambula o presenta disturbi comportamentali… Previa richiesta del medico il Distretto può fornire anche materasso antidecubito, carrozzina, comoda, deambulatore, presidi per l’incontinenza (pannoloni).
12. Cure palliative di fine vita
Il percorso nell’ambito della rete di cure palliative del paziente affetto da demenza in fase avanzata viene attivato su richiesta del medico di famiglia e/o dell’infermiere delle cure domiciliari; richiede la valutazione di medico di famiglia, medico palliativista, infermiere ed, in base al singolo caso, di altre figure necessarie. Luogo privilegiato per le cure è il domicilio.
L’assistenza in questa fase è rivolta a controllare la sofferenza ed è basata anche sui desideri e sulle preferenze del paziente.
13. Documentazione sanitaria per le pratiche INPS
Il medico di famiglia provvede alla predisposizione della documentazione per l’inoltro all’INPS (tramite il CAF) della richiesta di riconoscimento dell’invalidità civile e dell’eventuale pensione di accompagnamento (o indennità di accompagnamento).
14. Documentazione sanitaria per l’attivazione dei permessi lavorativi previsti dalla L. 104/1992
Predisposizione della documentazione per l’attivazione dei permessi lavorativi previsti dalla Legge 104/1992. Tale legge, all’articolo 33 prevede la possibilità di ottenere particolari permessi per i congiunti che assistono persone disabili e per le stesse persone gravemente disabili.
La demenza da diritto all’esenzione del pagamento di alcune prestazioni sanitarie, che verranno prescritte dal medico di famiglia. La certificazione di esenzione viene rilasciata, dall’ULSS, dall’Ospedale, o dallo specialista.
Servizi attivabili presso il CAF
15. Richiesta dell’ISEE
L’ISEE è l’indicatore che serve per valutare e confrontare la situazione economica dei nuclei familiari che intendono richiedere una prestazione sociale agevolata. Per ottenere l’assistenza necessaria alla compilazione della dichiarazione e delle domande da presentare agli Enti erogatori delle prestazioni è possibile rivolgersi ad un qualsiasi ufficio del CAF su tutto il territorio nazionale. che gratuitamente potrà assistervi nella compilazione della dichiarazione utile ad ottenere l’ISEE.
L’ISEE viene calcolato con diverse modalità, in base alla prestazione che si sta richiedendo:
- ISEE ordinario per le prestazioni sociali agevolate: tiene conto del reddito e del patrimonio dell’intero nucleo familiare di cui fa parte il richiedente. È l’ISEE richiesto dai Comuni per l’accesso alle prestazioni sociali: i comuni definiscono il valore massimo.
- ISEE socio-sanitario consente di considerare la situazione economica e patrimoniale del richiedente, separatamente da quella del nucleo familiare di cui fa parte. È l’ISEE previsto per le ICDb e le ICDm, a meno che non equivalga a quello ordinario. Il valore massimo è pari a 16.700 euro.
- ISEE per le prestazioni residenziali. È l’ISEE previsto per l’accesso ai contributi per la compartecipazione della quota dei servizi residenziali, ed è calcolato tenendo conto del reddito dei figli, anche non conviventi. Il valore massimo è definito da ciascun Comune.
Per maggiori in formazioni sull’ISEE, visita i seguenti siti web: