Il sistema dei servizi territoriali

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I servizi a supporto della domiciliarità

Il Servizio di Assistenza Domiciliare (SAD)

Il Servizio di Assistenza Domiciliare (SAD) ha l’obiettivo di sostenere le persone anziane che si trovano in condizioni di non autosufficienza fisica, psichica o cognitiva, siano esse temporanee o permanenti. Questo supporto è rivolto a coloro che necessitano di assistenza nelle attività quotidiane e ha anche lo scopo di alleggerire il carico che grava sulle famiglie. Il servizio è finalizzato a consentire agli utenti di rimanere nel proprio contesto abitativo e sociale il più a lungo possibile. È accessibile a chi affronta le difficoltà legate all’invecchiamento.

Il SAD è un intervento sociale globale, che si integra con altri servizi socio-assistenziali e sanitari, collaborando anche con organizzazioni di volontariato e con enti pubblici locali, come previsto dalla legge 328/2000 e dai regolamenti comunali. Le prestazioni offerte sono flessibili e adattabili alle esigenze individuali, integrandosi con i servizi sanitari territoriali, come l’Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) gestita in collaborazione con le Aziende ULSS.

Le finalità del SAD includono:

  • Supportare o recuperare le capacità residue di autonomia e autosufficienza (ADL e IADL) della persona nel proprio nucleo familiare.
  • Prevenire situazioni di disagio sociale.
  • Promuovere la permanenza della persona assistita nel proprio ambiente familiare e sociale, migliorando la qualità della vita sia dell’utente sia della famiglia, e ritardando l’eventuale necessità di un ricovero in struttura.
  • Favorire la prevenzione dell’isolamento sociale attraverso la collaborazione con le risorse territoriali.

Le prestazioni offerte dal servizio si suddividono in cinque principali ambiti d’intervento:

  • Cura della persona;
  • Gestione domestica;
  • Supporto alla vita sociale e relazionale;
  • Collaborazione con altre risorse territoriali;
  • Attività di informazione e formazione.
Punti di Accesso per la Richiesta di Servizio

L’assistenza domiciliare può essere attivata durante tutto l’anno. Il cittadino deve rivolgersi ai servizi sociali del Comune di residenza o all’Ambito Territoriale Sociale di riferimento. L’assistente sociale procederà alla valutazione del caso e attiverà l’intervento domiciliare, definendo un progetto personalizzato in collaborazione con la persona e la famiglia. Il Comune/Ambito Territoriale Sociale può richiedere una compartecipazione economica sulla base delle modalità previste dal regolamento comunale.

Le cure domiciliari (ADI)

Le Cure Domiciliari (ADI) rappresentano un servizio di assistenza distrettuale che prevede l’erogazione di interventi multiprofessionali a domicilio. Questi interventi sono forniti da diverse figure sanitarie, tra cui medici di assistenza primaria, geriatri, palliativisti, specialisti, infermieri, fisioterapisti, operatori socio-sanitari e altri professionisti. L’intensità e la complessità delle cure variano a seconda del percorso terapeutico e del piano di assistenza personalizzato. Le cure domiciliari si articolano in diverse tipologie:

  • Cure domiciliari di base;
  • Cure domiciliari integrate (ADI);
  • Cure palliative domiciliari.

Le cure domiciliari di base e integrate, disciplinate dall’articolo 22 del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM) del 12 gennaio 2017, rientrano nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). Questo tipo di assistenza risponde ai bisogni di persone non autosufficienti o in condizioni di fragilità, garantendo un supporto a domicilio attraverso trattamenti medici, riabilitativi e infermieristici. L’obiettivo è stabilizzare le condizioni cliniche, rallentare il declino funzionale e migliorare la qualità della vita, mantenendo una continuità tra l’assistenza ospedaliera e quella domiciliare.

La necessità di assistenza viene determinata attraverso strumenti di valutazione multidimensionale, che permettono di definire un piano personalizzato di assistenza.

Punti di Accesso per la Richiesta di Servizio

Il cittadino può rivolgersi al Distretto Socio-Sanitario dell’Azienda ULSS di residenza. Un’équipe multidisciplinare, coordinata dall’Unità di Valutazione Multidimensionale Distrettuale (UVMD), valuterà la condizione del cittadino. L’UVMD definisce un piano di intervento individualizzato, che viene verificato e aggiornato periodicamente. Le prestazioni sanitarie sono gratuite. Per maggiori dettagli sulla documentazione da presentare, è necessario rivolgersi al Distretto Socio-Sanitario dell’Azienda ULSS di residenza.

Le Cure palliative domiciliari

Le attività di cure a domicilio erogate all’interno della Rete di cure palliative per pazienti con patologie croniche e progressive, per le quali non esistono trattamenti efficaci o dove le terapie risultano inadeguate per stabilizzare la malattia o prolungare significativamente la vita, come previsto dalla legge n. 38/2010, sono definite Cure palliative domiciliari, come indicato nell’art. 23 del DPCM LEA. Queste si dividono in vari livelli:

  • Cure palliative domiciliari di livello base: Si tratta di interventi coordinati dal medico di medicina generale o dal pediatra di libera scelta, come stabilito nell’art. 2, comma 1, lettera f) della legge 15 marzo 2010, n. 38. L’obiettivo è garantire un approccio palliativo attraverso un efficace controllo dei sintomi e una comunicazione adeguata con il paziente e la sua famiglia
  • Cure palliative domiciliari di livello specialistico: Questi interventi sono forniti da team multiprofessionali e multidisciplinari dedicati, e sono rivolti a pazienti con esigenze complesse che richiedono un livello di competenza avanzato e un approccio interdisciplinare. In base alla complessità del caso, compresa l’instabilità clinica e i sintomi difficili da gestire, viene garantita la continuità assistenziale

In attuazione del PNRR e del D.M. del 23 maggio 2022, n. 77, la Regione Veneto, con la Deliberazione n. 721 del 22 giugno 2023, intitolata “Programmazione dell’assetto organizzativo ed operativo della rete assistenziale territoriale in attuazione del Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza (PNRR) e del D.M. 23/05/2022, n. 77. D.G.R. n. 2/CR del 10/01/2023”, ha approvato il documento di programmazione regionale, che descrive dal punto di vista tecnico e operativo l’organizzazione della nuova rete assistenziale territoriale in Veneto.

L'Impegnativa di cura domiciliare (ICD)

L’Impegnativa di Cura Domiciliare (ICD), introdotta con la DGR n. 1338/2013 e successivamente modificata con provvedimenti come la DGR n. 256/2023 e la DGR n. 1558/2023, è un intervento che favorisce la permanenza a domicilio delle persone non autosufficienti. Questo viene realizzato sia tramite l’erogazione di un contributo economico, sia mediante l’offerta di servizi o prestazioni domiciliari equivalenti in termini di valore. Le attività svolte nell’ambito dell’ICD rientrano nelle prestazioni di assistenza domiciliare e comprendono supporto nelle attività della vita quotidiana (ADL) e nelle attività strumentali della vita quotidiana (IADL).

Sono previsti 7 diversi tipi di ICD volti a rispondere alle specifiche esigenze assistenziali delle persone non autosufficienti che si identificano di seguito:

Rivolta a persone non autosufficienti con basso bisogno assistenziale. Tale bisogno viene verificato attraverso la Scheda SVaMA semplificata. L’impegnativa è del valore mensile di 120 euro (erogati con frequenza semestrale) ed è condizionata ad ISEE per prestazioni agevolate di natura socio-sanitaria inferiori a 16.700,00€.

Rivolta a persone con elevato bisogno assistenziale. Il bisogno assistenziale viene rilevato attraverso la SVaMA semplificata e l’intervento viene attivato attraverso la valutazione UVMD. Il bisogno viene verificato attraverso la Scheda Svama semplificata. L’impegnativa, del valore mensile di 400 euro (erogati con frequenza trimestrale), viene condizionata ad ISEE per prestazioni agevolate di natura socio-sanitaria inferiori a 40.000,00€.

Rivolta a persone con demenza associata a disturbi del comportamento. L’intervento viene attivato attraverso la valutazione UVMD. Viene previsto per tale tipologia di ICD un trasferimento di 400,00€ (erogato con frequenza trimestrale) ed è condizionato ad ISEE per prestazioni agevolate di natura socio-sanitaria inferiori a 16.700,00€.

Rivolta a persone affette da decadimento cognitivo accompagnato da gravi disturbi comportamentali, in condizione di disabilità gravissima riguardante una perdita dell’autonomia nelle attività della vita quotidiana. L’intervento viene attivato attraverso la valutazione UVMD. Viene previsto per tale tipologia di ICD un trasferimento di 400,00€ (erogato con frequenza trimestrale) ed è condizionato ad ISEE per prestazioni agevolate di natura socio-sanitaria inferiori a 40.000,00€.

Si possono ottenere informazioni presso gli sportelli integrati e gli altri punti di accesso della rete dei servizi (sportelli dei Servizi sociali dei Comuni o degli Ambiti Territoriali sociali o gli sportelli del Distretto Socio Sanitario). Presso gli stessi sportelli possono presentare la domanda i diretti interessati, i familiari o le persone che ne hanno la rappresentanza.

La valutazione di non autosufficienza è compiuta dall’assistente sociale e dal medico di famiglia per l’ICDb e dall’Unità di valutazione del Distretto per l’ICDM, ICDMgs, ICDB plus. L’accesso all’ICD avviene dopo il riconoscimento dell’idoneità e lo scorrimento di graduatoria, il cui punteggio è formulato sulla base della gravità del bisogno e dell’ISEE.

NB. Diversamente dall’indennità di accompagnamento dell’INPS, l’erogazione dell’ICD avviene sulla base di una graduatoria, ed è pertanto possibile risultare idonei al contributo senza tuttavia ottenerlo. Gli interventi, in presenza dei requisiti, vengono rinnovato di anno in anno.

Misure a sostegno dei caregiver familiari

A livello nazionale, con la legge di bilancio n. 205/2017, art. 1 commi 254-256, è stato istituito il Fondo per il caregiver familiare, destinato a finanziare interventi volti a riconoscere il valore sociale ed economico del ruolo del caregiver familiare, che si occupa dell’assistenza non professionale. La Regione Veneto, con la DGR n. 295/2021 e le successive DGR n. 682/2022, n. 157/2023 e n. 229/2024, ha approvato piani di intervento che mirano a valorizzare l’attività di cura informale svolta dai caregiver familiari, in linea con quanto stabilito dai decreti interministeriali. Questi decreti pongono le seguenti priorità:

  • Intervento A.1: Supporto ai caregiver di persone con disabilità gravissima, tenendo conto anche dei casi di insorgenza anticipata;
  • Intervento A.3: Sostegno a programmi di accompagnamento volti alla deistituzionalizzazione e al ricongiungimento del caregiver con la persona assistita.

In riferimento a queste priorità, sono previsti i seguenti interventi specifici:

Rivolta ai caregiver di persone con un basso livello di necessità assistenziale. L’intervento viene attivato attraverso la valutazione UVMD. Viene previsto un intervento di sostegno mensile dell’importo minimo di 400€ e massimo di 600€ modulato dall’UVMD sulla base del carico assistenziale. La misura, limitatamente alle persone non autosufficienti per le quali è prevista la valutazione con scheda SVaMA/SVaMA in forma semplificata, è condizionata ad una soglia ISEE non superiore a 16.700€;

Rivolta ai caregiver di persone con un alto livello di necessità assistenziale. L’intervento viene attivato attraverso la valutazione UVMD. Il bisogno assistenziale viene rilevato attraverso la SVaMA semplificata. Viene previsto per tale tipologia di intervento un sostegno mensile 400,00€ ed il trasferimento viene condizionato ad ISEE per prestazioni agevolate di natura socio-sanitaria inferiori a 50.000,00€ per i maggiorenni e a 65.000,00€ per quelli minorenni;

Rivolta ai caregiver di persone con necessità assistenziali moderate, affette da varie forme di demenza accompagnate da gravi disturbi comportamentali o con bisogni assistenziali più elevati. L’intervento viene attivato attraverso la valutazione UVMD. Viene previsto un intervento di sostegno mensile dell’importo minimo di 400€ e massimo di 600€ modulato dall’UVMD sulla base del carico assistenziale. La misura, limitatamente alle persone non autosufficienti per le quali è prevista la valutazione con scheda SVaMA/SVaMA in forma semplificata, è condizionata ad una soglia ISEE non superiore a 16.700€;

Rivolta ai caregiver di persone con declino cognitivo grave e gravi disturbi comportamentali, o con problemi neurosensoriali, che richiedono supervisione e assistenza continua per garantire la sicurezza propria e altrui. Viene previsto un intervento di sostegno mensile di 400,00€ ed il trasferimento viene condizionato ad ISEE per prestazioni agevolate di natura socio-sanitaria inferiori a 50.000,00€.

Modalità di Accesso al servizio

La domanda di intervento caregiver familiare può essere presentata in qualsiasi momento dalla persona interessata o legale rappresentante, da un familiare presso gli sportelli dei Servizi Sociali del Comune/ATS o del Distretto Socio Sanitario. In seguito alla presentazione della domanda, verrà fatta una valutazione socio sanitaria ed attribuito un punteggio utile ai fini della graduatoria e dell’erogazione dell’intervento.
L’accesso agli interventi per il sostegno al caregiver avviene dopo il riconoscimento dell’idoneità e lo scorrimento di graduatoria, il cui punteggio è formulato sulla base della gravità del bisogno e dell’ISEE.

NB. l’erogazione degli Interventi caregiver avviene sulla base di una graduatoria, ed è pertanto possibile risultare idonei al contributo senza tuttavia ottenerlo. Gli interventi, in presenza dei requisiti, vengono rinnovato di anno in anno.

Contributi economici sociali finanziati dal Comune

Ogni Comune sulla base dei propri regolamenti può prevedere, e di una specifica valutazione, l’assegnazione di contributi ad integrazione del reddito a favore di persone o nuclei familiari in particolari stati di vulnerabilità.
Per accedere a tali interventi è necessario rivolgersi agli uffici dei Servizi Sociali del Comune o dell’Ambito Territoriale Sociale.

Servizi dell'INPS

Da questo collegamento al sito dell’INPS è possibile effettuare una navigazione personalizzata scegliendo temi di interesse come ad esempio Prestazioni per Persone che si trovano in condizione di disabilità e invalidità (Ciechi, Disabili, Invalidi, Sordi, Persone con malattie e difficoltà di salute) e Disabilità e inabilità (Sostegno a persone con disabilità che hanno già lavorato o prestato servizio, Sostegno agli invalidi civili, Sostegno a persone con disabilità e in condizioni di reddito ridotto, Sostegno a persone cieche, Sostegno a persone sorde, Familiari disabili).
L’impegnativa di sollievo per la frequenza dei centri diurni semiresidenziali (gravi e gravissimi)

Registro regionale assistenti familiari e Sportelli assistenti familiari

Il Registro regionale degli assistenti familiari e lo Sportello per gli Assistenti Familiari (LR 38/2017 – DGR n. 910/2018) sono due strumenti complementari che mirano a migliorare la qualità dell’assistenza domiciliare, in particolare per le persone non autosufficienti, come gli anziani o le persone con disabilità.
Il Registro regionale degli assistenti familiari raccoglie i dati degli assistenti familiari che hanno completato un percorso di formazione riconosciuto e soddisfano determinati requisiti. La registrazione nel registro garantisce l’accesso a opportunità lavorative regolari e trasparenti, consentendo alle famiglie di trovare assistenti familiari competenti e qualificati.
Parallelamente, lo Sportello per gli Assistenti Familiari Badanti è un servizio offerto dai Comuni/Ambiti Territoriali Sociali, che fornisce consulenza e supporto sia alle famiglie che necessitano di assistenza domiciliare, sia alle assistenti familiari che si occupano di persone non autosufficienti. Gli sportelli offrono una serie di servizi, tra cui:

  1. Orientamento alle famiglie: Fornire informazioni sulla scelta e l’assunzione di assistenti familiari, sui contratti di lavoro, sulla normativa vigente in materia di lavoro domestico.
  2. Supporto alle assistenti familiari: Offrire informazioni sui diritti e doveri, sulle modalità di assunzione e sui contratti di lavoro, nonché sugli aspetti previdenziali e assistenziali.
  3. Formazione: Promuovere corsi di formazione e aggiornamento per assistenti familiari su temi relativi all’assistenza domiciliare, come tecniche di cura, gestione della non autosufficienza e comunicazione con le persone assistite.
  4. Mediazione: Favorire una corretta comunicazione tra le famiglie e assistenti familiari, con l’obiettivo di risolvere eventuali conflitti e migliorare la qualità del servizio di assistenza.
Punti di Accesso per la richiesta di servizio
  • Servizi Sociali del Comune/ATS.

Gli Sportelli per gli Assistenti familiari sono generalmente gestiti dai Comuni, con l’obiettivo di offrire supporto alle famiglie e alle assistenti familiari. La tenuta del Registro è affidata agli Sportelli.

In questo contesto, il Registro regionale e gli Sportelli Badanti si completano a vicenda, poiché entrambi contribuiscono a garantire un’assistenza di qualità attraverso la formazione, la trasparenza e il supporto professionale per le famiglie e gli assistenti. Questo approccio integrato favorisce una gestione ottimale dell’assistenza domiciliare, migliorando il benessere delle persone assistite e degli assistenti familiari.

Welfare di Comunità

L’invecchiamento e le trasformazioni socio-economiche hanno notevolmente indebolito i legami sociali penalizzando fortemente la fascia delle persone anziane fragili, che percepiscono in maniera maggiore la solitudine e l’isolamento. Tali aspetti provocano di conseguenza rilevanti condizioni di vulnerabilità. Per tale ragione in maniera sempre più diffusa su tutto il territorio regionale, i Comuni, che per elezione sono i punti più vicini al cittadino e nei quali viene rinsaldato il legame comunitario e di sussidiarietà, sviluppano e organizzano attività ed interventi a basso impatto, in grado di monitorare e intercettare possibili condizioni di fragilità presenti nel territorio e allo stesso tempo sviluppano iniziative capaci di contrastare l’isolamento e il decadimento psico-fisico.

Iniziative come: gruppi di cammino, attività motoria per la terza età, implementazione e sostegno di attività di socializzazione nei centri polifunzionali a favore degli anziani (corsi di cucito, di computer, salotti di lettura, serate informative a tema di promozione del benessere in terza età, gite e soggiorni turistici per la fascia anziana e molto altro), vengono organizzati e coordinati attraverso collaborazioni tra Enti Locali e associazioni del terzo settore profit e non e il volontariato. La potenzialità intrinseca di tali interventi è quella di sviluppare il senso di appartenenza alla comunità, la capacità dei cittadini di farsi carico delle fragilità e operare assieme alle istituzioni, per consolidare un rapporto mutualistico di sostegno.

Il "Progetto Sollievo"

Il progetto Sollievo (DGR n. 1873/2013 e s.m.i) è un intervento che si sviluppa attraverso le Aziende ULSS del Veneto, in sinergia con i Comuni, le associazioni, il Terzo Settore, i soggetti deputati all’assistenza e il mondo del volontariato, ed è rivolto a favorire la permanenza a domicilio delle persone con declino neurocognitivo o con malattia di Parkinson. Attraverso le attività svolte nel progetto vengono sostenute le abilità e potenziate strategie che favoriscono un ruolo attivo della persona nel proprio contesto sociale. L’esperienza e il percorso di consapevolezza della diagnosi nelle progettualità, diventano fondamentali a comprendere i processi di cambiamento e i fattori che incidono sul benessere delle persone con DNC e con Parkison e delle le famiglie nel percorso di cura.

Sono promosse attività di socializzazione ed accoglienza, a sostegno delle abilità residue attraverso una modalità relazionale compatibile con le problematiche cognitive dei partecipanti. Ai familiari ed ai caregiver viene offerto un supporto psicologico e formativo per sostenerli nel loro ruolo assistenziale e la possibilità di confrontarsi con professionisti e con persone che vivono la stessa situazione. Le attività che si realizzano durante la settimana, si svolgono in locali che per accessibilità, funzionalità e sicurezza risultino adeguati alle necessità dei partecipanti, dei volontari e dei professionisti allo svolgimento delle azioni.

Punti di Accesso per la richiesta di partecipare alla progettualità

L’accesso al progetto avviene su indicazione del medico di medicina generale, dei Servizi Sociali del Comune, dei servizi distrettuali dell’Azienda ULSS e dei Centri per i Disturbi Cognitivi e le Demenze (CDCD).

Politiche per l'invecchiamento attivo

L’invecchiamento attivo è stato definito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nel 2002 come “il processo di ottimizzazione delle opportunità di salute, partecipazione e sicurezza per migliorare la qualità della vita delle persone che invecchiano”.

Con la Legge regionale n. 23 dell’8 agosto 2017, denominata “Promozione e valorizzazione dell’invecchiamento attivo”, la Regione del Veneto ha riconosciuto e valorizzato il ruolo delle persone adulte o anziane nella comunità, promuovendone la partecipazione alla vita sociale, civile, economica e culturale e favorendo la costituzione di percorsi per l’autonomia e il benessere nell’ambito dei loro abituali contesti di vita.
In applicazione della sopra citata Legge regionale, mediante la predisposizione di Piani Triennali la Regione del Veneto definisce, con la partecipazione delle rappresentanze sociali, le modalità, le azioni e le risorse finalizzate alla realizzazione sul territorio delle politiche di invecchiamento attivo. Nell’ambito di ciascun Piano Triennale, la Giunta regionale approva Programmi attuativi annuali diretti a rendere operative le finalità e gli indirizzi individuati dalla Legge regionale e dal Piano Triennale di riferimento.
Contestualmente al Programma attuativo annuale, la Giunta regionale approva altresì il relativo Bando pubblico per il finanziamento di iniziative e progetti per l’invecchiamento attivo, il quale definisce i criteri e le modalità di erogazione delle risorse, nonché le tempistiche per l’attuazione dei progetti beneficiari del contributo regionale.

Ciascun Bando pubblico di finanziamento individua i soggetti legittimati a partecipare. In ogni caso, la Legge regionale prevede il coinvolgimento di soggetti pubblici e privati, in forma singola o associata che a qualsiasi titolo operano negli ambiti e per le finalità di cui alla L.R. n. 23/2007. Pertanto, le progettualità di invecchiamento attivo potranno essere promosse e attuate sul territorio, tra gli altri, dai Comuni, dalle Aziende ULSS, dai Centri di servizi e dalle strutture residenziali, dalle istituzioni scolastiche e universitarie e gli organismi di formazione accreditati, dalle associazioni e organizzazioni di rappresentanza delle persone anziane, etc.

Le progettualità finanziate nell’ambito dell’invecchiamento attivo sono finalizzate a:

  • prevenire l’insorgere di condizioni di fragilità e a mantenere il benessere bio-psico-sociale durante l’invecchiamento della persona;
  • valorizzare la persona anziana e promuoverne il coinvolgimento nella vita della comunità;
  • favorire forme di intergenerazionalità;
  • definire percorsi di formazione a favore di persone anziane, con particolare riguardo all’innovazione tecnologica che ha caratterizzato gli ultimi decenni;
  • promuovere ogni altra attività idonea a favorire un invecchiamento attivo della popolazione.

I beneficiari delle progettualità finanziate nell’ambito dell’invecchiamento attivo sono le persone anziane residenti nella Regione del Veneto nonché, in via indiretta, anche i rispettivi familiari.

I servizi semiresidenziali

Il Centro diurno per persone anziane non autosufficienti

Il Centro Diurno per persone anziane non autosufficienti svolge un ruolo fondamentale nell’integrazione delle politiche territoriali a favore degli anziani anche con disturbo neurocognitivo, fornendo sostegno alle persone che non sono autosufficienti e alle loro famiglie a supporto della domiciliarità.

Si tratta di un servizio socio-sanitario complesso che, attraverso interventi mirati, offre assistenza a persone anziane non autosufficienti durante la giornata. Le principali finalità del centro diurno sono le seguenti:

  • Ritardare l’istituzionalizzazione e il decadimento psico-fisico dell’anziano, offrendo sostegno e sollievo alle persone anziane non autosufficienti e alle loro famiglie.
  • Sostenere il mantenimento dell’anziano nel proprio ambiente familiare e sociale, anche in situazioni di complessità, evitando l’ingresso in strutture residenziali.

Il Centro diurno si distingue per la sua flessibilità, adattandosi alle diverse necessità degli utenti attraverso una serie di servizi differenziati. Le principali attività proposte sono:

  • Attività sanitarie: prevenzione, terapia e riabilitazione.
  • Attività assistenziali: cura della persona, sostegno all’autonomia personale.
  • Attività sociali: animazione, terapia occupazionale, socializzazione.

Il servizio è destinato a persone anziane non autosufficienti, identificate attraverso specifici profili di autonomia, che risiedono presso il proprio domicilio.

L’accesso al Centro Diurno per persone di norma anziane non autosufficienti può essere richiesto dalla persona stessa oppure da un familiare, dal tutore, o dall’amministratore di sostegno della persona anziana, rivolgendosi al Distretto Socio-Sanitario dell’Azienda ULSS di competenza o al Comune/Ambito Territoriale Sociale competente per residenza. Il processo di ammissione prevede l’attivazione della una valutazione multidimensionale effettuata da un team di professionisti, denominato Unità di Valutazione Multidimensionale Distrettuale (UVMD). La valutazione comprende la compilazione della Scheda di Valutazione Multidimensionale dell’Anziano (SVaMA), che permette di determinare il profilo di non autosufficienza dell’anziano e la sua idoneità per l’inserimento al Centro Diurno.
Il punteggio ottenuto dalla valutazione determinerà l’accesso, al servizio e l’eventuale inserimento della persona nel registro della residenzialità. Le modalità di ingresso sono stabilite in collaborazione tra la UVMD, la persona anziana, la sua famiglia e il centro diurno ospitante.

Il sistema prevede il riconoscimento di una quota sanitaria, definita impegnativa di semi-residenzialità e riconosciuta al centro di servizio per persone non autosufficienti per l’accoglienza della persona presso lo il Centro Diurno in seguito allo scorrimento della graduatoria del Registro Unico Residenzialità (RUR) quantificata in 27,99€.

Punti di Accesso per la richiesta di servizio

Per ulteriori informazioni riguardo l’accesso al servizio e la compilazione della Scheda SVaMA, è possibile rivolgersi ai seguenti punti di accesso:

  • Servizi Sociali del Comune/ATS di residenza dell’anziano.
  • Sportello Integrato in ciascuna sede di distretto dell’Azienda ULSS

Impegnativa di sollievo per la frequenza del Centro Diurno

Con l’obiettivo di valorizzare il ruolo strategico nella domiciliarità e in un’ottica di promozione della domiciliarità delle persone non autosufficienti, i Centri Diurni sono stati recentemente rafforzati con la attivazione collegata al Fondo della non autosufficienza della quota sociale a concorso LEA, in gestione agli ATS per il tramite dei lori enti capofila (DGR n. 1558/2023).

Sono state istituite due Impegnativa di sollievo per la frequenza del Centro Diurno che si dettagliano in:

  • Impegnativa di sollievo centri diurni gravi, che concorre al mantenimento psico-fisico della persona nel proprio ambiente familiare e sociale, fornisce sollievo alle persone anziane non autosufficienti e/o alle loro famiglie alleviando il carico assistenziale delle famiglie. E’ rivolta a persone non autosufficienti, di norma anziani, in condizione di disabilità grave e viene attivata attraverso la valutazione UVMD Il riconoscimento dell’impegnativa Centri Diurni Gravi viene condizionato ad ISEE per prestazioni agevolate di natura socio sanitaria inferiori a 16.700,00€;
  • Impegnativa di sollievo centri diurni gravissimi che concorre al mantenimento psico-fisico della persona nel proprio ambiente familiare e sociale, fornisce sollievo alle persone anziane non autosufficienti e/o alle loro famiglie alleviando il carico assistenziale delle famiglie. E’ rivolta a persone non autosufficienti, di norma anziani, in condizione di disabilità gravissima e viene attivata attraverso la valutazione UVMD. Il riconoscimento dell’impegnativa Centri Diurni Gravissimi viene condizionato, ad ISEE per prestazioni agevolate di natura socio sanitaria inferiori a 40.000,00€.

La domanda di Impegnativa di sollievo per la frequenza del Centro Diurno gravi o gravissimi può essere presentata in qualsiasi momento dalla persona interessata o legale rappresentante, da un familiare o da una persona, preferibilmente convivente, di cui il servizio sociale accerti che provvede effettivamente a garantire adeguata assistenza al soggetto non autosufficiente.
Il valore predefinito dell’Impegnativa Centri Diurni Gravi e gravissimi è fissato in 30,00 € prodie/procapite. Gli interventi andranno rendicontati all’amministrazione (Comune/ATS) attraverso la produzione dei documenti attestanti il pagamento della frequenza al centro diurno.

Punti di Accesso per la richiesta di servizio

La domanda può essere presentata in qualsiasi momento rivolgendosi agli sportelli dei Servizi Sociali del Comune/Ambito Territoriale Sociale. In seguito alla presentazione della domanda, verrà fatta una valutazione socio sanitaria ed attribuito un punteggio utile ai fini della graduatoria e dell’erogazione del contributo.

I servizi per la residenzialità

Centri di Servizio per persone non autosufficienti

Il costante invecchiamento della popolazione associato all’aumento della cronicità correlato anche al disturbo neurocognitivo ha spinto la Regione del Veneto ad sviluppare e approfondire alcune riflessioni sulle possibili soluzioni innovative volte ad affrontare l’impatto di questi aspetti sul piano socio assistenziale e organizzativo della rete dei servizi di residenzialità extra-ospedaliera e sulle famiglie. La Regione ha avviato (DGR n. 996/2022) un processo di ri-organizzazione e aggiornamento del sistema della residenzialità che ha portato, dapprima, alla definizione di una quota sanitaria unica corrispondente ad un unico livello assistenziale a favore dei Centri servizi non autosufficienti accreditati e successivamente (DGR n. 1720/2022 e la DGR n. 465/2024) all’aggiornamento della DGR n. 84/2007 attuativa della LR n. 22/2002 che disciplina, tra l’altro, l’autorizzazione e l’accreditamento delle Unità di offerta semi-residenziali (centri diurni) e residenziali (centri servizi per persone anziane non autosufficienti). I provvedimenti hanno definito il nuovo modello assistenziale del centro di servizi per persone anziane non autosufficienti (CSA) introducendo la metodica del budget e individuando la definizione del case mix in tre aree di complessità determinate sulla base del carico assistenziale una delle quali riferita specificamente alle necessità assistenziali dettate dal disturbo neurocognitivo associato a disturbi del comportamento.

Il servizio residenziale socio-sanitario per anziani non autosufficienti in Regione Veneto è destinato a persone, prevalentemente anziane, che necessitano di un’assistenza continua e integrata. Questo tipo di lungoassistenza comprende cure mediche, infermieristiche, riabilitative, educative, tutelari ed alberghiere sulla base di quanto previsto dall’art. 30, comma 1, lett. b del DPCM 12 gennaio 2017, che sono organizzate in Unità di Offerta (U.d.O.), che tengono conto delle esigenze assistenziali dell’individuo.

Il servizio è destinato a persone, generalmente anziane, che si trovano in condizione di non autosufficienza e necessitano di assistenza socio-sanitaria, variabile in base al profilo assistenziale individuato attraverso la valutazione multidimensionale (UVMD).

L’accesso ai Centri di Servizio per persone di norma anziane non autosufficienti può essere richiesto dalla persona stessa oppure da un familiare, dal tutore, o dall’amministratore di sostegno della persona anziana, rivolgendosi al Distretto Socio-Sanitario dell’Azienda ULSS di competenza o al Comune/ATS competente per residenza. Il processo di ammissione prevede l’attivazione della una valutazione multidimensionale effettuata da un team di professionisti, denominato Unità di Valutazione Multidimensionale Distrettuale (UVMD). La valutazione comprende la compilazione della Scheda di Valutazione Multidimensionale dell’Anziano (SVaMA), che permette di determinare il profilo di non autosufficienza dell’anziano e la sua idoneità per l’inserimento in struttura.

L’ingresso nella struttura è autorizzato in base al punteggio di gravità e al profilo assistenziale definito dalla UVMD, successivo allo scorrimento della graduatoria del Registro Unico Residenzialità (RUR), in accordo con la persona, la famiglia e il centro di servizio. Le modalità di ingresso sono concordate tra la UVMD, l’anziano, la famiglia e il centro di servizio ospitante.

Il sistema prevede una quota unica sanitaria, definita impegnativa di residenzialità e riconosciuta all’assistito in seguito allo scorrimento della graduatoria del Registro Unico Residenzialità che esercita la libera scelta nella rete dei centri di servizi per persone non autosufficienti (RUR) quantificata in 52,00€. In virtù del recente processo di innovazione organizzativa e funzionale viene valorizzato il maggior impegno assistenziale profuso dagli Enti gestori dei Centri di Servizio che assistono persone con disturbo neurocognitivo associato ai disturbi comportamentali (case mix Area 3 – Disturbi Comportamentali).

Punti di Accesso per la richiesta di servizio

Per maggiori informazioni sull’accesso al servizio e per la compilazione della scheda SVaMA, è possibile rivolgersi a:

  • Servizi Sociali del Comune/ATS di residenza dell’anziano.
  • Sportello Integrato in ciascuna sede del distretto dell’Azienda ULSS di appartenenza.
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