Articoli e pubblicazioni
Il World Alzheimer Report 2024 esamina i cambiamenti globali nelle attitudini verso la demenza negli ultimi cinque anni, basandosi su un sondaggio internazionale con oltre 40.000 risposte. Il rapporto evidenzia come varie comunità affrontano lo stigma della demenza e sottolinea l'urgenza di combattere la discriminazione, proponendo esempi concreti di soluzioni innovative e programmi di sensibilizzazione.
E' stato pubblicato l'aggiornamento 2024 del report della Lancet Commission. Ai 12 fattori di rischio potenzialmente modificabili per la demenza già identificati nel 2020 si aggiungono la perdita della vista e un elevato livello di colesterolo LDL. Salgono a 14 fattori di rischio la cui modifica potrebbe prevenire o ritardarne quasi la metà dei casi di demenza
Il settimo rapporto della serie 'From Plan To Impact' dell'ADI sottolinea i progressi degli Stati membri nel raggiungere gli obiettivi del Piano d'Azione Globale sulla risposta pubblica alla demenza, con solo un anno rimanente fino al completamento previsto. Il numero di piani nazionali sulla demenza implementati è rimasto invariato, solo il 26,7 % ha raggiunto l'obiettivo. Si evidenzia l'importanza di un'estensione del Piano d'Azione Globale fino al 2035 per garantire continuità nell'assistenza a coloro che convivono con la demenza. È cruciale garantire diagnosi tempestive, accesso a cure e supporto continuo per migliorare il benessere delle persone con demenza. L'azione coordinata e l'implementazione dei piani nazionali sono indispensabili per affrontare questa priorità di salute pubblica.
In questo articolo descriviamo le strategie messe in campo per promuovere e sostenere un cambiamento culturale nell'approccio alla malattia.
Partendo dai dati allarmanti sulla prevalenza si arriva al ruolo determinante della persona con demenza nel definire i propri bisogni e al contributo irrinunciabile di professionisti consapevoli del valore delle proprie competenze con l'obiettivo di valorizzare la multidisciplinarità del Tavolo Permanente Regionale e i Gruppi di Lavoro satelliti.
L'istituto Superiore di Sanità ha pubblicato la LG per la diagnosi e il trattamento della Demenza e del Mild Cognitive Impairment (MCI) a supporto alle decisioni che un professionista sanitario e sociosanitario deve assumere nella fase della diagnosi e della presa in carico di una persona con demenza e con MCI nonché un aiuto nella complessa relazione che si definisce con i familiari e i caregiver di questi pazienti.
Il nuovo Rapporto Mondiale Alzheimer 2023, presentato dalla federazione Alzheimer’s Disease International, intitolato "Reducing dementia risk: never too early, never too late" (Ridurre il rischio di demenza: mai troppo presto, mai troppo tardi) punta a promuovere il ruolo della prevenzione dei disturbi neurocognitivi. All'interno del Rapporto vengono evidenziati sia i fattori di rischio che ne possono favorire la comparsa, sia a fattori protettivi che possono ridurre la possibilità di avere una demenza o almeno far sì che si manifesti il più tardi possibile.
In lingua inglese
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha pubblicato un progetto di ricerca sulla demenza, il primo nel suo genere per le malattie croniche. Il progetto funge da guida ai decisori politici, ai finanziatori e alla comunità di ricerca, nel tentativo di rendere la ricerca sulla demenza più efficiente, equa e di grande impatto.
Alzheimer Europe ha pubblicato le linee guida per comunicare sulla demenza in modo etico e inclusivo. Federazione Alzheimer Italia ne ha curato la traduzione
"Una comunicazione rispettosa non costa nulla, ma significa tutto", afferma Chris Roberts, presidente del gruppo di lavoro europeo delle persone con demenza.
E 'stato pubblicato il Rapporto ISS COVID-19 n°61/2020
Questo documento, realizzato dai componenti del Tavolo per il monitoraggio e implementazione del Piano Nazionale delle Demenze e approvato dall'Istituto Superiore di Sanità, fornisce ai professionisti sanitari e socio-sanitari, alle persone con #demenza e ai loro caregiver indicazioni pratiche per prevenire il contagio e garantire adeguata assistenza e supporto nei diversi setting.
Canevelli M, Palmieri L, Raparelli V, et al. Prevalence and clinical correlates of dementia among COVID-19-related deaths in Italy. Alzheimer’s & Dementia Diagnosis Assessment and Disease Monitoring. Alzheimer’s Dement. 2020;12:e12114.
https://doi.org/10.1002/dad2.12114
Prevalenza e correlati clinici della demenza nei pazienti deceduti per COVID-19
L'obiettivo di questo articolo è quello di esplorare la percentuale di pazienti che muoiono con COVID-19 e demenza in Italia, nonché le loro caratteristiche cliniche e le traiettorie di cura.
Il nuovo report della Commissione del The Lancet pubblicato il 30 luglio 2020 aggiunge ai nove fattori di rischio già indicati nel 2017, tre nuovi fattori di rischio modificabili (consumo eccessivo di alcol, traumi cerebrali e inquinamento atmosferico) che potrebbero nel complesso prevenire o ritardare fino al 40% dei casi di demenza a livello globale.
La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, nella seduta del 6 agosto 2020, ha approvato un documento di raccomandazioni per la governance e la clinica nel settore delle demenze.
Si riporta di seguito il link al testo integrale:
Articoli
Vi proponiamo alcuni articoli recenti comparsi in riviste o siti di rilevanza internazionale, che contengono interessanti confronti riguardanti l'Italia.
Lancet (editoriale) (editoriale sullo studio pubblicato nella rivista Lancet sul trend della prevalenza della demenza in tre Paesi europei)
Lancet (articolo cui fa riferimento l'editoriale qui sopra)
Frontiers in Psychiatry, 2022
Cinzia Bussè, Teresa Barnin, Milena Zucca, Innocenzo Rainero, Stefano Mozzetta, Andrea Zangrossi, Annachiara Cagnin
In questo articolo sono state valutate la frequenza e la gravità dei sintomi correlati allo stress a lungo termine in caregiver di pazienti con demenza 1 anno dopo l'inizio della pandemia di COVID-19.
Accuracy of the clinical diagnosis of dementia with Lewy bodies (DLB) among the Italian Dementia Centers: a study by the Italian DLB study group (DLB-SINdem)
Neurological Sciences, 2022
Questo studio ha dimostrato che, in un contesto clinico, i due questionari sviluppati per aiutare il medico a diagnosticare la demenza a corpi di Lewy (il Lewy Body Composite Risk Score – LBCRS - e Assessment Toolkit per DLB -AT-DLB) hanno la capacità di migliorare l'interpretazione dei criteri diagnostici di consenso internazionale e una buona accuratezza per la diagnosi di DLB..
Mancato riconoscimento dei volti in una paziente con demenza di Alzheimer: deficit mnestico o gnosico?
Chiara Mazzi, Gloria Massironi, Javier Sanchez-Lopez,
Laura De Togni, Silvia Savazzi
I pazienti con demenza di Alzheimer (AD) mostrano spesso difficoltà nel riconoscimento di volti di pensone conosciute. Tale difficoltà si associa spesso a deficit di memoria ed è, di conseguenza, interpretato come un deficit semantico di memoria autobiografica. Un recente studio (Lavallée et al., 2016), tuttavia, ha evidenziato come pazienti con AD mostrassero un ridotto “effetto inversione” (prestazioni migliori per gli stimoli diritti rispetto a quelli invertiti) per i volti, ma non per le auto, sia in termini di accuratezza che di tempi di risposta. Questi risultati suggeriscono quindi che i pazienti con AD possano presentare deficit nei processi percettivi di ordine superiore, ed in particolare nel percepire i volti, e che questo deficit possa quindi non avere come causa esclusiva un problema di memoria. Se questa ipotesi fosse corretta, ci si dovrebbe aspettare che a livello elettroencefalografico un paziente con AD e difficoltà a riconoscere i volti, non dovrebbe mostrare la N170, una componente che si evidenzia in modo selettivo per la presentazione di volti. Nel presente lavoro è stata quindi testata l’ipotesi che il mancato riconoscimento dei volti in pazienti AD abbia come correlato neurale una N170 ridotta o assente.
C9orf72, AAO and ancestry help discriminating behavioural from language variants in FTLD cohorts
Costa B., Manzoni C., Bernal-Quiros M., et al. Neurology pub. online September 17, 2020
Il Consenso Informato è un requisito legale obbligatorio, una componente etica e pratica fondamentale sia nella cura e nell'assistenza del paziente che nella ricerca clinica. Un approccio linguistico e interculturale allo studio del Consenso Informato è particolarmente complesso, in quanto avviene all'incrocio fra laicità, scienza e quadro normativo. Questo articolo è finalizzato a definire il valore del Consenso Informato in termini di comprensione, soddisfazione e ansia dei pazienti. Secondo la definizione attuale, il Consenso Informato è un concetto etico, ma sono necessari ulteriori approfondimenti nell'area della "comprensione" di salute e malattia.
A. Zanola – ‘Informed Consent’ in Health Literacy: State-of-the-art of a Communication Process Anglistica AION 23.1 (2019), 95-105 ISSN: 2035-8504 doi: 10.19231/angl-aion.201916
Gabelli C. Blood and cerebrospinal fluid biomarkers for Alzheimer’s disease. J Lab Precis Med 2020;5:15.
Impatto dell'attività fisica e dell'alimentazione sulla demenza: un consenso crescente.
Veronese N, Smith L, Sloane PD, Zimmerman S. Impact of Physical Activity and Nutrition on Dementia: A Growing Consensus. Journal of the American Medical Directors Association. 2020;21(10):1392-1393. doi:10.1016/j.jamda.2020.08.009
L'attività fisica e l'esercizio nell'MCI e nelle demenze: una revisione degli interventi e degli studi osservazionali
Demurtas J, Schoene D, Torbahn G, et al. Physical Activity and Exercise in Mild Cognitive Impairment and Dementia: An Umbrella Review of Intervention and Observational Studies. Journal of the American Medical Directors Association. 2020;21(10):1415-1422.e6. doi:10.1016/j.jamda.2020.08.031
Amalia C. Bruni, Livia Bernardi and Carlo Gabelli, Ageing Research Reviews, https://doi.org/10.1016/j.arr.2020.101126
E' stato pubblicato in JAD l'articolo:
Abstract: La fragilità è una condizione di maggiore vulnerabilità a fattori di stress esogeni ed endogeni, correlata a invecchiamento, declino funzionale, istituzionalizzazione, ospedalizzazione e mortalità. Data la natura multiforme della fragilità, è auspicabile che i programmi volti alla sua prevenzione agiscano su più domini.
Questo Studio mirava a valutare gli effetti dell'allenamento fisico e cognitivo nelle persone con decadimento cognitivo lieve (MCI) e ad indagare come il loro stato di fragilità vari nell'arco di un anno di follow-up.
Duecentosette partecipanti sono stati reclutati tra i pazienti ambulatoriali del Centro per i Disturbi Cognitivi della AULSS2 Marca Trevigiana. Quarantasei partecipanti, che hanno aderito a un programma strutturato di attività fisica e letture di gruppo per un periodo di un anno, sono stati definiti attivi. I restanti 161, che hanno deciso di non impegnarsi in tali attività, sono stati considerati controlli. In entrambi i gruppi, lo stato di fragilità è stato valutato al basale e oltre un anno di follow-up. La Fragilità è stata misurata utilizzando il test di Cesari che, pur utilizzando contenuti sia del test di Linda Fried sia di quello di John Morley, risulta di facile e rapida somministrazione.
I controlli hanno mostrato il doppio del rischio di diventare fragili a 12 mesi rispetto agli attivi.
Gli attivi avevano più di tre volte la probabilità di migliorare il loro stato di fragilità rispetto ai controlli da T0 a T12. I punteggi dell'età e dell'NPI erano significativamente associati al peggioramento dello stato di fragilità. Quando le analisi sono state limitate ai partecipanti che erano robusti al basale, lo stato di fragilità variava in modo significativo tra i due gruppi, attivi e controlli, nel tempo. I risultati dello Studio confermano gli effetti benefici dell'attività fisica e della lettura per prevenire la fragilità nelle persone con MCI.
https://content.iospress.com/articles/journal-of-alzheimers-disease/jad200542
J Alzheimers Dis. 2020 Mar 2. doi: 10.3233/JAD-191290. [Epub ahead of print]
Gallucci M1, Pallucca C1, Di Battista ME1, Bergamelli C1, Fiore V2, Boccaletto F2, Fiorini M3, Perra D3, Zanusso G3, Fenoglio C4, Serpente M4, Galimberti D4,5, Bonanni L6.
1 Cognitive Impairment Center, Local Health Authority n.2 Marca Trevigiana, Treviso, Italy.2 Nuclear Medicine Unit, Local Health Authority n.2 Marca Trevigiana, Treviso, Italy.3 Department of Neuroscience, Biomedicine and Movement, University of Verona, Verona, Italy.4 University of Milan, Dino Ferrari Center, Milan, Italy.5 Fondazione IRCCS Ca' Granda, Ospedale Policlinico, Neurodegenerative Disease Unit, Milan, Italy.6 Department of Neuroscience Imaging and Clinical Sciences and CESI, University G D'Annunzio of Chieti-Pescara, Chieti, Italy.
Abstract (in italiano come richiesto)
Presentiamo il caso di un paziente con un decorso atipico della degenerazione dei lobi frontotemporali (FTLD) complicato dall'uso di un farmaco anticolinergico. Un paziente di 70 anni, seguito da psichiatri per depressione e disturbi comportamentali, ha ricevuto una diagnosi di demenza con corpi di Lewy (DLB) presso altro centro a causa di allucinazioni uditive, alterazione dell'andatura e tendenza alle cadute. Si è rivolto poi al nostro Centro per i Disturbi Cognitivi e Demenze (CDCD) soprattutto per disturbi comportamentali, quali pensiero delirante e allucinazioni uditive, insieme a disturbi della memoria. A quel tempo, la terapia del paziente includeva Lorazepam, Quetiapina, Promazina e Biperidene. Quest'ultimo è stato immediatamente sospeso per l'assenza di segni extrapiramidali e per evitare effetti collaterali cognitivi anticolinergici. Una 18F-FDG PET ha mostrato una alterazione del metabolismo corticale con attività ampiamente ridotta e aree limitate di iperattività nelle regioni laterali frontali e laterali inferiori bilateralmente. Il paziente è stato sottoposto a una serie di esami, tra cui test neuropsicologici, scintigrafia 123I-MIBG, esame del liquido cerebrospinale e analisi genetica. Una seconda 18F-FDG PET ha mostrato un'ampia rimodulazione dell'attività metabolica: le concentrazione più elevata del tracciante nella corteccia temporale prefrontale e inferiore non era più rilevabile. Allo stesso modo, la diffusa ridotta attività metabolica era attenuata. Ciò nonostante, l'attività metabolica appariva ancora ridotta nel lobo frontale, nel cingolato anteriore bilaterale e nella parte anteriore della fessura emisferica. Nel loro insieme, le caratteristiche cliniche e di neuroimaging indicavano una forma simile a FTLD. Inoltre, il percorso diagnostico è stato probabilmente reso più complicato dalla iniziale assunzione di farmaco anticolinergico e da un suo probabile effetto sull'attività metabolica mostrata dalla PET 18F-FDG, evidenziando l'importanza di controllare attentamente la anamnesi farmacologica del paziente durante il processo diagnostico.
Capotosto E, Belacchi C, Gardini S, Faggian S, Piras F, Mantoan V, Salvalaio E, Pradelli S, Borella E. Int J Geriatr Psychiatry. 2017 Mar;32(3):331-340. doi: 10.1002/gps.4521. Epub 2016 Jun 7.
Bipolar Disord. 2020 Mar;22(2):201-203. doi: 10.1111/bdi.12883. Epub 2020 Feb 18.
Maria E. Di Battista1, Carola Dell’Acqua1,2, Daniela Galimberti3,4, Maria Serpente3,4, Franco Boccaletto5, Maurizio Gallucci1
1 Cognitive Impairment Center, Local Health Authority n. 2 Marca Trevigiana, Treviso, Italy 2 Department of Neuroscience & Padova Neuroscience Center, University of Padova, Padova, Italy 3 Dino Ferrari Center, University of Milan, Milan, Italy 4 Fondazione IRCCS Ca’ Granda, Neurodegenerative Disease Unit, Milan, Italy 5 Nuclear Medicine Unit, Local Health Authority n. 2 Marca Trevigiana, Treviso, ItalyIl Disturbo Bipolare (DB) è una patologia psichiatrica complessa e uno dei disturbi psichiatrici più invalidanti se non adeguatamente trattato. La caratteristica peculiare dei disturbi bipolari è l’alternanza di stati d’umore opposti nel corso del tempo.
Il DB può presentare anche all'esordio un deficit delle funzioni cognitive e diversi studi epidemiologici hanno documentato un aumentato rischio di sviluppare una condizione di demenza nei pazienti affetti da DB. Nella demenza frontotemporale pre-senile si riscontrano sintomi simili a quelli psicotici o bipolari e alcuni recenti ricerche suggerirebbero un’associazione tra DB e il successivo sviluppo di demenza frontotemporale. Osservazioni simili sono state effettuate nell'ambito dei rapporti tra parkinsonismo e DB.
Nel caso seguito presso il nostro Centro per i disturbi cognitivi e le demenze (CDCD) il paziente presentava una forma di parkinsonismo atipico con caratteristiche simili a quelle delle paralisi sopranucleare progressiva (PSP) caratterizzata da un parkinsonismo non responsivo alla terapia, alterazioni dei riflessi posturali e una limitazione della motilità oculare. In aggiunta, il caso clinico da noi descritto si presentava con una forma particolare di atrofia cerebrale, coinvolgente in maggior misura le regioni temporali e frontali di sinistra. Lo studio dell’attività metabolica cerebrale, eseguito presso la Medicina Nucleare di Treviso, ha permesso di evidenziare una peculiare riduzione dell’attività metabolica cerebrale a livello delle regioni temporali e frontali, sempre di sinistra.
Le peculiarità cliniche, neuroradiologiche e metaboliche presentate in questo caso consentono, in qualche misura, di espandere lo spettro fenotipico nell'ambito dell’evoluzione del DB e confermano la comune radice di alcune patologie neurologiche e psichiatriche, riavvicinando quindi discipline affini per le quali sarebbe auspicabile un maggior dialogo in termini clinici e di ricerca scientifica.
Tiozzo SN, Basso C, Capodaglio G et al. Aging Clin Exp Res. 2019 Feb;31(2):241-247 https://doi.org/10.1007/s40520-018-1102-y
La diagnosi della malattia con corpi di Lewy nella pratica clinica
Codemo A, Ruaro C, Gabelli C. Psicogeriatria 2017; 3: 30-37
Frontotemporal Dementia Misdiagnosed for Post-Treatment Lyme Disease Syndrome or vice versa? A Treviso Dementia (TREDEM) Registry Case Report.
Di Battista ME, et al. J Alzheimers Dis. 2018
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/m/pubmed/30282363/?i=3&from=tredem
Viene presentato il caso di una donna, a cui è stata diagnosticata la malattia di Lyme post-trattamento e successivamente per la comparsa di disturbi comportamentali cui è stata diagnosticata una variante comportamentale di demenza frontotemporale (bvFTD). Probabilmente, i sintomi iniziali di borreliosi si sono sovrapposti a quelli della bvFTD, piuttosto che esserne i motivi scatenanti.
A Case with Early Onset Alzheimer’s Disease, Frontotemporal Hypometabolism, ApoE Genotype ɛ4/ɛ4 and C9ORF72 Intermediate Expansion: A Treviso Dementia (TREDEM) Registry Case Report
Gallucci M, et al. J Alzheimers Dis. 2019.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/m/pubmed/30714955/?i=2&from=tredem
Ad una paziente che presentava un importante deficit delle funzioni esecutive è stata diagnosticata una forma di variante frontale della Malattia di Alzheimer (AD) a esordio precoce. La paziente non presentava specifiche aree di atrofia cerebrale e non soddisfaceva i criteri clinici per un qualsiasi tipo di demenza frontotemporale. L’articolo evidenzia la necessità di prendere in considerazione una diagnosi di variante frontale di AD, quando il quadro metabolico e quello clinico risultano discordanti.
Overlap Between Frontotemporal Dementia and Dementia with Lewy Bodies: A Treviso Dementia (TREDEM) Registry Case Report.
Gallucci M, et al. J Alzheimers Dis. 2019.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/m/pubmed/31127780/?i=1&from=tredem
Un uomo di 79 anni presentava inizialmente le caratteristiche di una demenza a corpi di Lewy (DLB) e in seguito quelle di una variante comportamentale di demenza frontotemporale (bvFTD), con parkinsonismo stabile. L’articolo evidenzia la presentazione atipica di sintomi appartenenti a diverse malattie neurodegenerative e la difficoltà nel considerare i due fenotipi clinici come due entità separate o appartenenti a uno stesso continuum.
Solmi, Marco et al. Prevalence of Catatonia and Its Moderators in Clinical Samples: Results from a Meta-analysis and Meta-regression Analysis. Schizophrenia bulletin 44 5 (2018): 1133-1150 .
Pubblicazioni
Network Non Autosufficienza
NNA (Network Non Autosufficienza) è nato – da un’idea di Cristiano Gori, che lo coordina – per promuovere riflessioni scientifiche sull’assistenza agli anziani non autosufficienti che siano utili all’operatività. Lo compongono anche Anna Banchero, Enrico Brizioli, Antonio Guaita, Franco Pesaresi e Marco Trabucchi.NNA dal 2009 ha pubblicato con cadenza biennale con Maggioli i Rapporti sull’assistenza agli anziani non autosufficienti in Italia. Dal 2014 i Rapporti hanno assunto una cadenza biennale e ad essi si è affiancata una nuova linea editoriale, gli Approfondimenti, con la funzione di scandagliare in profondità specifici temi, servizi o problemi che paiono di particolare rilievo.
I rapporti sono scaricabili gratuitamente da questo collegamento.
CERGAS Milano
CERGAS è stata fondata nel 1978 per promuovere la ricerca scientifica sulla gestione sanitaria a livello nazionale e internazionale.
Negli ultimi 40 anni CERGAS è stata una delle influenze principali nel sistema sanitario nazionale italiano contribuendo a modellare il modo in cui la società pensa alla salute e all'assistenza sanitaria. CERGAS contribuisce alla ricerca pertinente e tempestiva nel settore sanitario, portando allo stesso tempo nuovi e avanzati livelli di conoscenza empirica e analitica sul campo. Oggi, pur concentrandosi sulla gestione delle organizzazioni sanitarie, è un centro di ricerca multidisciplinare che indaga su una vasta gamma di questioni e argomenti riguardanti la gestione sanitaria, la politica sanitaria, l'economia sanitaria, le organizzazioni sociali e non-profit.
Le pubblicazioni segnalate qui sotto sono scaricabili gratuitamente.
2018 - G. Fosti, E. Notarnicola (a cura di) - "L'innovazione e il cambiamento nel settore della Long Term Care. Primo Rapporto Osservatorio Long Term Care" - Egea, 2018 (scarica il volume)
2016 - F. Longo (a cura di) - Welfare futuro. Scenari e strategie - Egea, Milano, 2016 (scarica il volume)
2014 - G Fosti, E Notarnicola (a cura di) - Il Welfare e la Long Term Care in Europa - Egea, Milano, 2014 (scarica il volume)
2013 - G Fosti (a cura di) - Rilanciare il welfare: Ipotesi e strumenti: una prospettiva di management delle reti - Egea, Milano, 2013 (scarica il volume)
2010 - F Longo, E Tanzi (a cura di) - I costi della vecchiaia - Egea, Milano, 2010 (scarica il volume)
Il documento “Linee di indirizzo Nazionali sui Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali (PDTA) per le demenze” si intende come approfondimento sui Sistemi Informativi a supporto dell’azione 1.7. del Piano Nazionale Demenze:
Realizzazione di un sistema informativo sulle demenze, a partire dalla valorizzazione dei flussi già esistenti, che consenta il dialogo tra il livello regionale e quello nazionale e sia utilizzato a supporto delle funzioni di:
monitoraggio del fenomeno e programmazione degli interventi basati su indicatori di appropriatezza e qualità;
sostegno alla verifica di attuazione del presente Piano;
ricerca mirata.
Il documento “Linee di indirizzo nazionali per la costruzione di comunità amiche delle persone con demenza”, ha lo scopo di promuovere lo sviluppo in Italia delle "Comunità amiche delle persone con demenza" (DFC - Dementia Friendly Communities), anche attraverso la valorizzazione delle esperienze già in atto, fondandosi su basi scientifiche tra cui le raccomandazioni della Joint Action della Commissione Europea.
Verso una società che includa la demenza: questo toolkit dell'OMS aiuta i paesi ad aumentare la consapevolezza e la comprensione della demenza per sostenere le persone che vi convivono a rimanere incluse ed essere una parte significativa delle loro comunità.
Agosto 2021
Il sesto rapporto di ADI tiene traccia dei progressi della creazione e dell'attuazione dei piani nazionali per la demenza sia negli Stati membri dell'Organizzazione Mondiale della Sanità che in alcuni stati non membri. All'interno di questo rapporto vi sono analisi di esperti e casi studio da tutto il mondo, incentrati sulle sette aree di azione delineate nel Piano d'Azione Globale.
Maggio 2023
Questo è il quinto rapporto From Plan to Impact, che monitora i progressi del Piano d'azione globale dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) sulla risposta della salute pubblica alla demenza 2017-2025.
Maggio 2022
Il quarto rapporto From Plan to Impact pubblicato da Alzheimer's Disease International esamina i progressi compiuti finora, le barriere e i facilitatori; esamina anche come la comunità globale della demenza può influenzare questo progresso lavorando con e sostenendo i governi per sviluppare e implementare piani nazionali essenziali per la demenza.
Maggio 2021
"Journey through the diagnosis of dementia" ("Viaggio attraverso la diagnosi della demenza").
21 settembre 2021
In lingua inglese
Alzheimer's Disease International ha lanciato il suo nuovo rapporto "Life after diagnosis: Navigating treatment, care and support".
Il report del 2022 esamina le aree relative al supporto post-diagnosi per le persone affette da demenza e per chi si prende cura di loro.
In lingua inglese
Alzheimer's Disease International ha lanciato il suo nuovo rapporto
From Plan to Impact III
Mentre continuiamo ad affrontare le sfide e le opportunità presentate da COVID-19, dobbiamo continuare a mantenere la Demenza come una priorità sanitaria. La nuova relazione di ADI mira a fornire una tabella di marcia in tal senso.
Giugno 2020
World Alzheimer Reports
Nel sito della World Alzheimer's Disease International sono disponibili in lingua inglese World Alzheimer's Reports dal 2009 ad oggi.
"Più diagnosi significa più consapevolezza. Più consapevolezza significa meno stigma. Meno stigma significa più speranza".
dal report 2018
Global action plan on the public health response to dementia 2017 - 2025
Pubblicato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (vai al sito per maggiori approfondimenti).
In lingua inglese
Il piano d'azione globale sulla risposta di salute pubblica alla demenza 2017-2025 mira a migliorare la vita delle persone con demenze e dei loro caregiver riducendo al contempo l'impatto della demenza su comunità e paesi. Fornisce una serie di azioni per realizzare la visione di un mondo in cui la demenza viene prevenuta e le persone affette da demenza e i loro caregiver ricevono la cura e il sostegno di cui hanno bisogno per vivere una vita piena di significato e dignità.
Le aree di azione comprendono: aumento della priorità e consapevolezza della demenza; riduzione del rischio di demenza; diagnosi, trattamento e cura; supporto per i malati di demenza; consolidamento dei sistemi di informazione per la demenza; ricerca e innovazione.
Care Needed
Improving the Lives of People with Dementia
Scaricabile anche dal sito della World's Alzheimer's Desease International
In lingua inglese
Report “The development of intercultural care and support for people with dementia from minority ethnic groups”
Scaricabile anche dal sito https://www.alzheimer-europe.org/Publications/Alzheimer-Europe-Reports
In lingua inglese
Opuscolo sui modi pratici per rendere la casa più adatta ad una persona affetta da demenza.
In lingua inglese
Scaricabile dal sito https://www.alzheimers.org.uk/get-support/making-your-home-dementia-friendly
LA TERAPIA DI STIMOLAZIONE COGNITIVA: UN INTERVENTO EFFICACE PER LA PERSONA CON DEMENZA Programma base e di mantenimento della Cognitive Stimulation Therapy (CST)
e-book scaricabile