Familiare, caregiver

Indice

Queste pagine sono presentate in prima persona... L'io che legge, o che pone le domande, è il paziente, il familiare, ma anche la persona che se ne prende prevalentemente cura, che nella comunità è anche nota con la parola inglese caregiver.
Un aiuto dal web
Sono numerosi in internet i siti contenenti informazioni sulla demenza, gestiti in prevalenza da organizzazioni non profit che forniscono un sostegno alle persone con demenza e i loro familiari.
Li presentiamo in questa pagina.

1. I primi segnali di allarme

Quali sono i primi segnali che mi devono mettere in allerta?

La perdita di memoria che sconvolge la vita quotidiana non rappresenta una caratteristica tipica dell’invecchiamento, e può essere un sintomo non solo della Malattia di Alzheimer ma anche di altre forme di demenza. La demenza è una malattia che interessa le funzioni cognitive e provoca un lento declino della memoria, dell'attenzione e del ragionamento. Se avete riscontrato questi sintomi o altri cambiamenti nelle capacità di pensare, non ignoratele. È necessario consultare un medico per determinarne la causa. 

Clicca sul pulsante qui sotto per conoscere con maggiore dettaglio quali sono i segnali di allarme. Poi ti aspettiamo qui nuovamente.
10 segnali allarme demenza_2020.pdf

Quali sono i fattori di rischio modificabili con il nostro stile di vita ?

12_fattori_rischio-demenza_corretto.pptx.pdf

2. Mi devo preoccupare? 

Rivolgiti prima possibile al tuo medico di famiglia. Raccontagli quali segnali ti hanno allarmato, da quanto tempo li avverti e con che frequenza. Prima lo fai, meglio è. La demenza è una malattia di cui non si deve provare vergogna, colpisce circa 7 anziani ogni 100, e, più raramente, può interessare anche persone più giovani. Tenerla nascosta, soprattutto all'inizio, non ti aiuterà ad affrontarla. 

Il tuo medico - se ravviserà la necessità - ti farà eseguire degli accertamenti (alcuni possono essere non esenti dal ticket), in base ai quali affronterete insieme il percorso successivo. Attendi l’esito del consulto con il tuo medico per poi attivarti per le risposte ai tuoi bisogni.



Testimonianze
Dal web, ecco alcune testimonianze interessanti. (credits: Novilunio)

3. Approfondiamo la diagnosi e impostiamo una terapia

Il medico di famiglia ti proporrà di effettuare un approfondimento presso il Centro per i Disturbi Cognitivi e le Demenze (CDCD) della tua ULSS, dove verrai preso in carico da un gruppo di professionisti (di norma geriatra, neurologo, infermiere e, in alcuni centri, anche psicologo) che in rete con l'assistente sociale del comune di appartenenza ti accompagneranno durante il tuo percorso. Ti preparerà un'impegnativa con cui potrai prenotare la visita.

Ecco cosa devi fare:

Inoltre:


Quando ritorni dal tuo medico di famiglia:

Ho capito di che cosa si tratta e che impatto avrà sulla mia vita e sulla mia famiglia?

Avrai l'opportunità di ricevere indicazioni presso il CDCD e dal medico di famiglia utili ad affrontare le varie fasi della malattia per vivere in modo più confortevole nel tuo ambiente di vita. 

4. Che cos'è la demenza?

La demenza è un complesso di malattie cronico degenerative che comprende un insieme di condizioni, la cui storia naturale è caratterizzata dalla progressione più o meno rapida dei deficit cognitivi, dei disturbi del comportamento e del danno funzionale con perdita dell’autonomia e dell’autosufficienza con vario grado di disabilità e conseguente dipendenza dagli altri. La demenza interferisce con le attività sociali, lavorative e di relazione del malato e provoca un declino delle sue capacità. 

Esistono diverse forme di demenza, che si distinguono in base alla progressione della malattia.

Le demenze possono essere di tipo reversibile e irreversibile.

Le forme reversibili rappresentano una piccolissima percentuale; i deficit, in questo caso, sono secondari a malattie o disturbi a carico di altri organi o apparati. Curando in modo adeguato e tempestivo queste cause anche il quadro di deterioramento regredisce, e la persona può tornare al suo livello di funzionalità precedente.

La maggior parte delle demenze è di tipo irreversibile. Queste si distinguono in forme primarie e secondarie. Le forme primarie sono di tipo degenerativo e includono la demenza di Alzheimer, quella frontotemporale e quella a corpi di Lewy. Fra le forme secondarie la più frequente è quella vascolare. Le demenze irreversibili, a livello sintomatologico, sia nella fase iniziale sia parzialmente in quella intermedia, sono abbastanza caratterizzate e distinguibili tra loro. Nella fase avanzata le differenze si assottigliano fino a scomparire del tutto.

La demenza vascolare

Questo tipo di demenza può insorgere in qualcuno che ha avuto un ictus grave o di una serie di mini-ictus. Questi "ictus silenziosi" spesso passano inosservati fino a che non portano alla demenza. Un ictus interrompe l'afflusso di ossigeno al cervello. Quando le cellule cerebrali muoiono per mancanza di ossigeno, potrebbe verificarsi la demenza vascolare.

I sintomi della demenza vascolare dipendono da quale zona del cervello è stata colpita dall'ictus. Questo può influenzare il discorso, il giudizio, o la memoria a breve termine di una persona e può anche causare deliri o allucinazioni.

La demenza di tipo “Alzheimer”

La malattia di Alzheimer è la forma più comune di demenza degenerativa progressivamente invalidante con esordio prevalentemente in età presenile (oltre i 65 anni, ma può manifestarsi anche in epoca precedente). Si stima che circa il 50-70% dei casi di demenza sia dovuta a tale condizione, mentre il 10-20% a demenza vascolare.

Il sintomo precoce più frequente è la difficoltà nel ricordare eventi recenti. Con l'avanzare dell'età possiamo avere sintomi come: afasia (disturbo del linguaggio), disorientamento, cambiamenti repentini di umore, depressione, incapacità di prendersi cura di sé, problemi nel comportamento. Ciò porta il soggetto inevitabilmente a isolarsi nei confronti della società e della famiglia. A poco a poco, le capacità mentali basilari vengono perse. Anche se la velocità di progressione può variare, l'aspettativa media di vita dopo la diagnosi è dai tre ai nove anni.

La demenza “frontotemporale”

Una delle forme meno comuni di demenza, colpisce individui da 45 a 65 anni e può essere difficile da diagnosticare.

Di solito implica perdita di inibizione o giudizio, cambiamenti di personalità e disturbi del linguaggio.

A differenza di altre forme di demenza, la demenza frontotemporale di solito non causa problemi di memoria. 

La demenza “a corpi di Lewy”

Questa forma di demenza condivide i sintomi della demenza di Parkinson e di Alzheimer. È spesso scambiata per queste malattie. I sintomi comprendono: problemi con il controllo motorio e l'equilibrio, allucinazioni e problemi di vista, disordini del sonno. Nelle fasi successive, la demenza a corpi di Lewy imita l'Alzheimer di fase avanzata, con sintomi che possono includere confusione e agitazione.

5. Oltre al mio medico, con chi ne posso parlare?

Se vuoi condividere il tuo problema con altre persone/famiglie nella tua stessa situazione, sono presenti nel territorio molte associazioni che organizzano attività di formazione e supporto.

Ci sono anche organizzazioni sul web, con una rete europea e mondiale.

6. E adesso come affronto la malattia?

Oggi ti ritrovi a che fare con più interlocutori, appartenenti a diversi enti e organizzazioni, e spetta a te (e alle persone che si prendono cura di te, caregiver) il compito di muoverti all'interno di questo percorso. Ti forniamo qui una mappa che ti aiuterà ad orientarti ed individuare gli interlocutori più appropriati per rispondere ai tuoi bisogni.

Per prima cosa parlane con il tuo medico di famiglia: è importante che conosca la tua situazione e i tuoi bisogni e che sia sempre aggiornato sull'evoluzione della malattia e dei cambiamenti e delle forme di assistenza che sceglierai.

La tua famiglia ora necessita di essere preparata ad accettare e affrontare la tua malattia. Con una adeguata formazione e conoscenza, il carico dell’assistenza, sia emotivo che fisico, può essere vissuto con più serenità.

Esplora nel tuo territorio le opportunità e le iniziative, i luoghi di incontro, gli sportelli informativi, finalizzati alla conoscenza della malattia, messi a disposizione da Associazioni, Organizzazioni non profit, ULSS, Comuni, società scientifiche ecc..

In questo sito trovi già:

Contatta l’assistente sociale del tuo comune per un colloquio informativo.

5Donata_comunicazione.pdf

Contributo di Donata Gollin- Logopedista CRIC- AOUPD

7. Io chi sono? Quali sono i miei bisogni?

Sto per affrontare un percorso di conoscenza e di consapevolezza su una malattia che rivoluzionerà la mia vita e quella di chi mi sta attorno. I percorsi che affronterò potranno essere diversi a seconda che io sia:

Ci sono diversi percorsi, che rispondono a diversi bisogni e a diverse fasi della malattia. 

Rispondi a queste domande: ti aiuteranno a focalizzare quali sono i tuoi bisogni principali.

Ho meno di 65 anni e ho una famiglia che dipende da me

Ho più di 65 anni, sono pensionato,  vivo con il mio coniuge o e/o con altri familiari

Ho più di 65 anni e vivo da solo o con un altro familiare, che non riesce ad essermi d’aiuto

8. Un percorso corretto per ogni fase della malattia: la mappa dei servizi

Con chi posso definire il Progetto Assistenziale Individualizzato (PAI)? Con chi è opportuno parlare? Ecco alcuni esempi, a partire dalle situazioni meno complesse.

AUTONOMAMENTE 

Posso individuare, accedere e partecipare agli incontri formativi e psicologico-educazionali organizzati da organizzazioni presenti nel territorio

CON:


Per ulteriori bisogni devi attivarti con l’assistente sociale o rivolgerti ai Servizi sociali del tuo Comune o al Punto Unico del Distretto Socio Sanitario. Il medico di famiglia o del Centro per i Disturbi Cognitivi e le Demenze (CDCD) che hai già incontrato ti potranno fornire i riferimenti. Questi operatori ti orienteranno ad identificare i tuoi bisogni assistenziali e le risposte più appropriate nella fase della malattia in cui ti trovi.

1 - Posso partecipare ad incontri di ritrovo per pazienti e familiari

Possono assumere varie denominazioni: Memory caffè, Progetti sollievo... Sono occasioni per trascorrere del tempo in maniera organizzata assieme ad altre persone con la stessa malattia e ad altri familiari/caregiver con i quali scambiare esperienze. Sono utili anche per fornire le competenze di base per la gestione della vita quotidiana in compagnia di un familiare che vive con la demenza. Normalmente sono attività che vengono svolte gratuitamente, anche da personale volontario. In questa pagina sono mappate le sedi delle Organizzazioni ed in questa trovi le sedi dei Progetti.


2 - Posso attivare l’amministratore di sostegno

L’amministratore di sostegno è una figura prevista dalla legge che ha lo scopo di affiancare le persone non più autosufficienti nella gestione dei propri interessi: dalla richiesta di assistenza e rapporto con i servizi, al pagamento delle bollette o dell’affitto, al consenso sulle cure sanitarie e assistenziali.  Il suo compito è offrire aiuto e protezione alle persone più deboli, sia che siano ricoverate in istituto sia che vivano ancora in famiglia o da sole, garantendo priorità agli interessi principali della persona, imparzialità di scelta e un sostegno affidabile ai congiunti. Per ulteriori informazioni sull'amministratore di sostengo clicca su questo collegamento


3 - Posso attivare il Servizio di Assistenza Domiciliare (SAD)

E’ un servizio che ha l’obiettivo di aiutare la persona nello svolgimento delle attività quotidiane sollevando in parte la famiglia dal carico assistenziale (le attività svolte sono, ad esempio: igiene degli ambienti, servizio di lavanderia, preparazione dei pasti, igiene della persona, disbrigo di commissioni, trasporto, ecc...). Il servizio viene erogato dal Comune gratuitamente al di sotto della soglia dell'Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE sociale) definita dal Comune, oppure a pagamento, sulla base della fascia ISEE.


4 - Servizio domiciliare privato - Badante

Quando la persona con demenza non può più stare da sola (in casa o fuori) o necessita di supervisione e aiuto nella quotidianità, e il familiare (o la rete dei familiari) non è in grado di provvedere a tempo pieno o di supportare tutto il carico assistenziale, può rendersi necessario ricorrere a delle figure esterne alla famiglia. Le possibilità sono le seguenti:

non improvvisare...

Anche nella scelta di un servizio privato è opportuno parlarne con l’assistente sociale per evitare di agire con improvvisazione. L’assistente sociale, in questo modo, acquisisce conoscenza del vostro caso.

Il servizio acquisito o la badante assunta non devono agire autonomamente e vanno messi in relazione con il sistema dei servizi e delle cure, in particolare con l’assistente sociale, ma anche con il medico di famiglia o il medico del CDCD.

Il medico, ad esempio, potrà fornire all'assistente le indicazioni per la somministrazione dei farmaci, oppure  potrà interagire direttamente con l’assistente in caso di bisogno.

5 - Contributi economici sociali finanziati dal Comune

Ogni Comune ha le proprie regole. Valuta la tua situazione con l'assistente sociale o con gli operatori dei Servizi sociali del tuo Comune.


6 - Contributo economico finanziato dalla Regione del Veneto (Impegnativa di cura domiciliare - ICD) 

É un contributo finalizzato all’assistenza al domicilio delle persone non autosufficienti, con ISEE sociosanitario inferiore a 16.700 euro. Segnaliamo qui due tipologie di ICD (per maggiori informazioni clicca qui):

La valutazione di non autosufficienza è compiuta:

L’accesso all'ICD avviene dopo il riconoscimento dell’idoneità e lo scorrimento di graduatoria, il cui punteggio è formulato sulla base della gravità del bisogno e dell'ISEE. 

NB.: Diversamente dall'indennità di accompagnamento dell’INPS, l'erogazione dell'ICD avviene sulla base di una graduatoria, ed è pertanto possibile risultare idonei al contributo senza ottenerlo.


7 - Centro diurno per anziani non autosufficienti

La richiesta di accesso al Centro diurno va presentata al Distretto sociosanitario. Nel Distretto verrà attivata l'Unità di Valutazione Multidimensionale (UVMD) per la valutazione del caso e l'attribuzione di un punteggio per l’accesso alla graduatoria. Nell'Unità di Valutazione saranno coinvolti anche il tuo medico di famiglia e l’assistente sociale, che è opportuno abbiano conosciuto il tuo caso. Informali che vuoi presentare domanda di accesso al Centro diurno.

Si distinguono due modalità di accesso al Centro diurno:

Guarda in questa mappa dove sono i Centri diurni per anziani non autosufficienti in Veneto.


8 - Ricovero temporaneo o di sollievo

Nel corso dell’assistenza al domicilio può essere necessario un periodo di pausa dalla continuità assistenziale, per consentire un periodo di recupero psicofisico al caregiver principale o consentire le ferie all'assistente familiare quando non si individua un sostituto nemmeno nella rete familiare o extra-familiare. In queste situazioni si può richiedere tramite l’assistente sociale l’attivazione di servizi di sollievo con il ricovero temporaneo in residenza della durata, di norma, di 30 giorni, ripetibile al massimo 3 volte nei successivi 365 giorni. L’assistente sociale indicherà le modalità di accesso al servizio, che differiscono da zona a zona, ed aiuterà a segnalare la gravità del bisogno.

Questo servizio va programmato con largo anticipo (alcuni mesi). In caso di emergenza/urgenza, comunque, l’assistente sociale provvederà a richiedere al Distretto la convocazione urgente della UVMD per valutare il singolo caso.


9 - Ricovero temporaneo in SAPA (Sezione Alta Protezione Alzheimer)

In tutte le ULSS sono presenti alcune strutture residenziali temporanee che ospitano persone con demenza in una fase di difficile gestione domiciliare. Il ricovero può durare al massimo 60 giorni, non ripetibili, ed è finalizzato al rientro a domicilio. Il SAPA è un nucleo strutturato con particolare attenzione alla gestione dei disturbi del comportamento e può coadiuvare nell'impostazione della gestione domiciliare.

Guarda in questa mappa dove si trovano i SAPA in Veneto.


10 - Ricovero definitivo in residenza

Rappresenta un’opportunità indispensabile quando la famiglia che si prende in carico della persona con demenza dimostra di non avere più risorse (fisiche e psicologiche) per continuare a garantire un’assistenza appropriata ed adeguata a casa propria. La decisione di presentare richiesta di accesso in struttura in regime definitivo prevede il coinvolgimento del medico di famiglia e dell’assistente sociale del territorio.

La richiesta di accesso va presentata al Distretto sociosanitario. Nel Distretto verrà attivata l’unità di valutazione multidimensionale (UVMD) per la valutazione del caso e l'attribuzione di un punteggio per l’accesso alla graduatoria. 

Nell'Unità di Valutazione saranno coinvolti anche il tuo medico di famiglia e l’assistente sociale, che è opportuno che abbiano conosciuto il tuo caso. Informali che vuoi presentare domanda di accesso alla struttura residenziale.

Si distinguono due modalità di accesso:

Guarda in questa mappa dove si trovano le strutture residenziali in Veneto.

CON:


Con il medico di famiglia puoi attivare i seguenti servizi:

11 - Richiesta di servizi sanitari domiciliari

L’Assistenza Domiciliare Infermieristica può essere attivata, ad esempio, per il posizionamento di catetere vescicale, la medicazione delle piaghe da decubito, i prelievi a domicilio quando il paziente non deambula o presenta disturbi comportamentali... Previa richiesta del medico il Distretto può fornire anche materasso antidecubito, carrozzina, comoda, deambulatore, presidi per l’incontinenza (pannoloni).


12 - Cure palliative di fine vita

Il percorso nell'ambito della rete di cure palliative del paziente affetto da demenza in fase avanzata viene attivato su richiesta del medico di famiglia e/o dell'infermiere delle cure domiciliari; richiede la valutazione di medico di famiglia, medico palliativista, infermiere e di altre figure necessarie in base al singolo caso. Luogo privilegiato per le cure è il domicilio. L'assistenza in questa fase è rivolta a controllare la sofferenza ed è basata anche sui desideri e sulle preferenze del paziente.


13 - Documentazione sanitaria per le pratiche INPS

Il medico di famiglia provvede alla predisposizione della documentazione per l’inoltro all’INPS (tramite il Centro di Assistenza Fiscale - CAF) della richiesta di riconoscimento dell’invalidità civile e dell’eventuale pensione di accompagnamento (o indennità di accompagnamento).


14 - Documentazione sanitaria per l'attivazione dei permessi lavorativi previsti dalla L. 104/1992

Predisposizione della documentazione per l’attivazione dei permessi lavorativi previsti dalla Legge 104/1992. Tale legge, all'articolo 33 prevede la possibilità di ottenere particolari permessi per i congiunti che assistono persone disabili e per le stesse persone gravemente disabili.

La demenza dà diritto all'esenzione del pagamento di alcune prestazioni sanitarie, che verranno prescritte dal medico di famiglia. La certificazione di esenzione viene rilasciata, dalle Aziende ULSS e/o dalle Aziende Ospedaliere.

CON:

Al CAF (Centro di assistenza fiscale) puoi rivolgerti per i seguenti servizi.

15 - Richiesta dell’ISEE

L'ISEE è l'indicatore che serve per valutare e confrontare la situazione economica dei nuclei familiari che intendono richiedere una prestazione sociale agevolata. Per ottenere l'assistenza necessaria alla compilazione della dichiarazione e delle domande da presentare agli Enti erogatori delle prestazioni è possibile rivolgersi ad un qualsiasi ufficio del CAF su tutto il territorio nazionale, che gratuitamente potrà assistervi nella compilazione della dichiarazione utile ad ottenere l'ISEE. 

L'ISEE viene calcolato con diverse modalità, in base alla prestazione che si sta richiedendo:

Per maggiori in formazioni sull'ISEE, visita il sito dell'INPS o quello del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali.


16 - Domande per l’INPS 

https://www.inps.it/nuovoportaleinps/default.aspx?service-finder-action=4&service-finder-value=Categs_7580%3bSubCategs_7618