Familiare, caregiver
Indice
I primi segnali di allarme
Mi devo preoccupare? Con chi posso parlarne?
Approfondiamo la diagnosi e impostiamo una terapia
Che cos'è la demenza?
Oltre al mio medico, con chi ne posso parlare?
E adesso come affronto la malattia?
Io chi sono? Quali sono i miei bisogni?
Un percorso corretto per ogni fase della malattia: la mappa dei servizi
Sono numerosi in internet i siti contenenti informazioni sulla demenza, gestiti in prevalenza da organizzazioni non profit che forniscono un sostegno alle persone con demenza e i loro familiari.
Li presentiamo in questa pagina.
1. I primi segnali di allarme
Quali sono i primi segnali che mi devono mettere in allerta?
La perdita di memoria che sconvolge la vita quotidiana non rappresenta una caratteristica tipica dell’invecchiamento, e può essere un sintomo non solo della Malattia di Alzheimer ma anche di altre forme di demenza. La demenza è una malattia che interessa le funzioni cognitive e provoca un lento declino della memoria, dell'attenzione e del ragionamento. Se avete riscontrato questi sintomi o altri cambiamenti nelle capacità di pensare, non ignoratele. È necessario consultare un medico per determinarne la causa.
Quali sono i fattori di rischio modificabili con il nostro stile di vita ?
2. Mi devo preoccupare?
Rivolgiti prima possibile al tuo medico di famiglia. Raccontagli quali segnali ti hanno allarmato, da quanto tempo li avverti e con che frequenza. Prima lo fai, meglio è. La demenza è una malattia di cui non si deve provare vergogna, colpisce circa 7 anziani ogni 100, e, più raramente, può interessare anche persone più giovani. Tenerla nascosta, soprattutto all'inizio, non ti aiuterà ad affrontarla.
Il tuo medico - se ravviserà la necessità - ti farà eseguire degli accertamenti (alcuni possono essere non esenti dal ticket), in base ai quali affronterete insieme il percorso successivo. Attendi l’esito del consulto con il tuo medico per poi attivarti per le risposte ai tuoi bisogni.
3. Approfondiamo la diagnosi e impostiamo una terapia
Il medico di famiglia ti proporrà di effettuare un approfondimento presso il Centro per i Disturbi Cognitivi e le Demenze (CDCD) della tua ULSS, dove verrai preso in carico da un gruppo di professionisti (di norma geriatra, neurologo, infermiere e, in alcuni centri, anche psicologo) che in rete con l'assistente sociale del comune di appartenenza ti accompagneranno durante il tuo percorso. Ti preparerà un'impegnativa con cui potrai prenotare la visita.
Ecco cosa devi fare:
dovrai chiamare il CUP (Centro Unico di Prenotazione) della tua ULSS, munito dell'impegnativa del medico di famiglia, per fissare la prima visita;
puoi cercare il CDCD presso il quale ti recherai per la visita nella data programmata cliccando qui per visualizzare la mappa dei CDCD;
porterai con te la relazione del medico di famiglia assieme agli esiti degli esami che hai già eseguito (compresi eventuali dischetti o lastre) e agli accertamenti di eventuali altre tue malattie;
porterai al tuo medico di famiglia la relazione che ti consegnerà lo specialista dove sarà indicata, sulla base degli esiti, la diagnosi e relative indicazioni;
effettuerai ulteriori esami di approfondimento che lo specialista del CDCD ti proporrà;
nei Centri dove è presente lo psicologo effettuerai ulteriori test neuropsicologici.
Inoltre:
lo specialista ti spiegherà le caratteristiche della malattia, quali terapie sono previste, quale sarà il decorso;
l'infermiere del CDCD faciliterà il tuo percorso aiutandoti a identificare i tuoi bisogni, ti fornirà informazioni utili per orientarti nella rete dei servizi;
se presso il CDCD è presente uno psicologo potrai ricevere il suo supporto qualora la tua situazione lo rendesse necessario. Nel caso in cui non fosse presente uno psicologo avrai comunque l'opportunità di ricevere indicazioni utili ad affrontare le varie fasi della malattia per vivere in modo più confortevole nel tuo ambiente di vita;
per quanto riguarda i farmaci:
lo specialista potrebbe prescriverti alcuni farmaci che dovrai assumere secondo le sue indicazioni;
alcuni farmaci prevedono la compilazione di un piano terapeutico da rinnovare periodicamente;
alcuni dei farmaci sono esenti dal ticket, lo specialista ti darà indicazioni per ritirarli presso la farmacia ospedaliera o la farmacia più vicina a casa;
ricorda che - ad oggi - il progresso scientifico ci consente di disporre di farmaci che non guariscono la malattia, ma possono rallentare la sua progressione, per questo motivo è importante recarsi prima possibile dal medico.
al CDCD concorderai la data della visita di controllo (di norma dopo 6/12 mesi);
al CDCD (o al tuo medico di famiglia) potrai chiedere informazioni sulle diverse opportunità di aiuto e di assistenza a cui potrai accedere.
Quando ritorni dal tuo medico di famiglia:
gli consegni la relazione del CDCD;
parlate della diagnosi ricevuta;
condividete le scelte terapeutiche.
Ho capito di che cosa si tratta e che impatto avrà sulla mia vita e sulla mia famiglia?
Chi deciderà per me quando non sarò più in grado di farlo?
Posso indicare quali trattamenti desidero che mi vengano fatti e quali no?
Posso nominare un mio fiduciario?
Avrai l'opportunità di ricevere indicazioni presso il CDCD e dal medico di famiglia utili ad affrontare le varie fasi della malattia per vivere in modo più confortevole nel tuo ambiente di vita.
4. Che cos'è la demenza?
La demenza è un complesso di malattie cronico degenerative che comprende un insieme di condizioni, la cui storia naturale è caratterizzata dalla progressione più o meno rapida dei deficit cognitivi, dei disturbi del comportamento e del danno funzionale con perdita dell’autonomia e dell’autosufficienza con vario grado di disabilità e conseguente dipendenza dagli altri. La demenza interferisce con le attività sociali, lavorative e di relazione del malato e provoca un declino delle sue capacità.
Esistono diverse forme di demenza, che si distinguono in base alla progressione della malattia.
Le demenze possono essere di tipo reversibile e irreversibile.
Le forme reversibili rappresentano una piccolissima percentuale; i deficit, in questo caso, sono secondari a malattie o disturbi a carico di altri organi o apparati. Curando in modo adeguato e tempestivo queste cause anche il quadro di deterioramento regredisce, e la persona può tornare al suo livello di funzionalità precedente.
La maggior parte delle demenze è di tipo irreversibile. Queste si distinguono in forme primarie e secondarie. Le forme primarie sono di tipo degenerativo e includono la demenza di Alzheimer, quella frontotemporale e quella a corpi di Lewy. Fra le forme secondarie la più frequente è quella vascolare. Le demenze irreversibili, a livello sintomatologico, sia nella fase iniziale sia parzialmente in quella intermedia, sono abbastanza caratterizzate e distinguibili tra loro. Nella fase avanzata le differenze si assottigliano fino a scomparire del tutto.
La demenza vascolare
Questo tipo di demenza può insorgere in qualcuno che ha avuto un ictus grave o di una serie di mini-ictus. Questi "ictus silenziosi" spesso passano inosservati fino a che non portano alla demenza. Un ictus interrompe l'afflusso di ossigeno al cervello. Quando le cellule cerebrali muoiono per mancanza di ossigeno, potrebbe verificarsi la demenza vascolare.
I sintomi della demenza vascolare dipendono da quale zona del cervello è stata colpita dall'ictus. Questo può influenzare il discorso, il giudizio, o la memoria a breve termine di una persona e può anche causare deliri o allucinazioni.
La demenza di tipo “Alzheimer”
La malattia di Alzheimer è la forma più comune di demenza degenerativa progressivamente invalidante con esordio prevalentemente in età presenile (oltre i 65 anni, ma può manifestarsi anche in epoca precedente). Si stima che circa il 50-70% dei casi di demenza sia dovuta a tale condizione, mentre il 10-20% a demenza vascolare.
Il sintomo precoce più frequente è la difficoltà nel ricordare eventi recenti. Con l'avanzare dell'età possiamo avere sintomi come: afasia (disturbo del linguaggio), disorientamento, cambiamenti repentini di umore, depressione, incapacità di prendersi cura di sé, problemi nel comportamento. Ciò porta il soggetto inevitabilmente a isolarsi nei confronti della società e della famiglia. A poco a poco, le capacità mentali basilari vengono perse. Anche se la velocità di progressione può variare, l'aspettativa media di vita dopo la diagnosi è dai tre ai nove anni.
La demenza “frontotemporale”
Una delle forme meno comuni di demenza, colpisce individui da 45 a 65 anni e può essere difficile da diagnosticare.
Di solito implica perdita di inibizione o giudizio, cambiamenti di personalità e disturbi del linguaggio.
A differenza di altre forme di demenza, la demenza frontotemporale di solito non causa problemi di memoria.
La demenza “a corpi di Lewy”
Questa forma di demenza condivide i sintomi della demenza di Parkinson e di Alzheimer. È spesso scambiata per queste malattie. I sintomi comprendono: problemi con il controllo motorio e l'equilibrio, allucinazioni e problemi di vista, disordini del sonno. Nelle fasi successive, la demenza a corpi di Lewy imita l'Alzheimer di fase avanzata, con sintomi che possono includere confusione e agitazione.
5. Oltre al mio medico, con chi ne posso parlare?
Se vuoi condividere il tuo problema con altre persone/famiglie nella tua stessa situazione, sono presenti nel territorio molte associazioni che organizzano attività di formazione e supporto.
Ci sono anche organizzazioni sul web, con una rete europea e mondiale.
6. E adesso come affronto la malattia?
Oggi ti ritrovi a che fare con più interlocutori, appartenenti a diversi enti e organizzazioni, e spetta a te (e alle persone che si prendono cura di te, caregiver) il compito di muoverti all'interno di questo percorso. Ti forniamo qui una mappa che ti aiuterà ad orientarti ed individuare gli interlocutori più appropriati per rispondere ai tuoi bisogni.
Per prima cosa parlane con il tuo medico di famiglia: è importante che conosca la tua situazione e i tuoi bisogni e che sia sempre aggiornato sull'evoluzione della malattia e dei cambiamenti e delle forme di assistenza che sceglierai.
La tua famiglia ora necessita di essere preparata ad accettare e affrontare la tua malattia. Con una adeguata formazione e conoscenza, il carico dell’assistenza, sia emotivo che fisico, può essere vissuto con più serenità.
Esplora nel tuo territorio le opportunità e le iniziative, i luoghi di incontro, gli sportelli informativi, finalizzati alla conoscenza della malattia, messi a disposizione da Associazioni, Organizzazioni non profit, ULSS, Comuni, società scientifiche ecc..
In questo sito trovi già:
una pagina di testimonianze video di persone che vivono con la demenza e di loro familiari.
Contatta l’assistente sociale del tuo comune per un colloquio informativo.
Contributo di Donata Gollin- Logopedista CRIC- AOUPD
7. Io chi sono? Quali sono i miei bisogni?
Sto per affrontare un percorso di conoscenza e di consapevolezza su una malattia che rivoluzionerà la mia vita e quella di chi mi sta attorno. I percorsi che affronterò potranno essere diversi a seconda che io sia:
una persona con meno di 65 anni, con una famiglia a carico e un lavoro;
una persona con più di 65, anni che vive in famiglia;
una persona che vive da sola o con familiare che non può prendersi carico di me.
Ci sono diversi percorsi, che rispondono a diversi bisogni e a diverse fasi della malattia.
Rispondi a queste domande: ti aiuteranno a focalizzare quali sono i tuoi bisogni principali.
Ho meno di 65 anni e ho una famiglia che dipende da me
potrò lavorare ancora?
cosa posso fare per rallentare la malattia? potrò guarire?
necessito sempre di qualcuno che stia al mio fianco?
mi viene riconosciuta l’invalidità civile e l'indennità di accompagnamento? posso accedere a contributi economici?
soffro di altre patologie o vengo ricoverato in ospedale: devo informare i medici che mi curano della mia condizione?
potrò ancora guidare l’automobile?
potrò compiere atti giuridici?
Ho più di 65 anni, sono pensionato, vivo con il mio coniuge o e/o con altri familiari
necessito sempre di qualcuno che mi sorvegli e impedisca di mettermi in situazioni pericolose? se sì - e lo sta facendo prevalentemente il coniuge/compagno o altro familiare (caregiver) - come posso trovare “qualcuno che gli dia il cambio”?
mi viene riconosciuta l’invalidità civile e l'indennità di accompagnamento? ci sono altre forme di aiuto economico?
posso trascorrere delle ore fuori casa, durante il giorno, in un ambiente protetto?
il mio caregiver non ce la fa più, ha bisogno di un sollievo prolungato. Ci sono dei servizi che mi possono ospitare anche di notte per periodi più lunghi?
manifesto, sempre più frequentemente, disturbi del comportamento, divento aggressivo e violento con chi mi sta vicino. Cosa devo fare? Cosa deve fare per me il mio caregiver?
quando diventa opportuno cercare una badante? Come si trova una badante?
quando diventa necessario essere ricoverato in una struttura residenziale? Posso ritornare a casa dopo essere stato ricoverato?
Ho più di 65 anni e vivo da solo o con un altro familiare, che non riesce ad essermi d’aiuto
posso vivere da solo? posso vivere a casa mia con un familiare che non può accudirmi e che a sua volta necessita di aiuto?
ci sono dei servizi che mi aiutano nella gestione della casa e delle mie attività della vita quotidiana: preparare i pasti, lavarmi, ecc...?
8. Un percorso corretto per ogni fase della malattia: la mappa dei servizi
Con chi posso definire il Progetto Assistenziale Individualizzato (PAI)? Con chi è opportuno parlare? Ecco alcuni esempi, a partire dalle situazioni meno complesse.
AUTONOMAMENTE
Posso individuare, accedere e partecipare agli incontri formativi e psicologico-educazionali organizzati da organizzazioni presenti nel territorio
CON:
ASSISTENTE SOCIALE
SERVIZI SOCIALI DEL COMUNE
PUNTO UNICO DEL DISTRETTO
Per ulteriori bisogni devi attivarti con l’assistente sociale o rivolgerti ai Servizi sociali del tuo Comune o al Punto Unico del Distretto Socio Sanitario. Il medico di famiglia o del Centro per i Disturbi Cognitivi e le Demenze (CDCD) che hai già incontrato ti potranno fornire i riferimenti. Questi operatori ti orienteranno ad identificare i tuoi bisogni assistenziali e le risposte più appropriate nella fase della malattia in cui ti trovi.
1 - Posso partecipare ad incontri di ritrovo per pazienti e familiari
Possono assumere varie denominazioni: Memory caffè, Progetti sollievo... Sono occasioni per trascorrere del tempo in maniera organizzata assieme ad altre persone con la stessa malattia e ad altri familiari/caregiver con i quali scambiare esperienze. Sono utili anche per fornire le competenze di base per la gestione della vita quotidiana in compagnia di un familiare che vive con la demenza. Normalmente sono attività che vengono svolte gratuitamente, anche da personale volontario. In questa pagina sono mappate le sedi delle Organizzazioni ed in questa trovi le sedi dei Progetti.
2 - Posso attivare l’amministratore di sostegno
L’amministratore di sostegno è una figura prevista dalla legge che ha lo scopo di affiancare le persone non più autosufficienti nella gestione dei propri interessi: dalla richiesta di assistenza e rapporto con i servizi, al pagamento delle bollette o dell’affitto, al consenso sulle cure sanitarie e assistenziali. Il suo compito è offrire aiuto e protezione alle persone più deboli, sia che siano ricoverate in istituto sia che vivano ancora in famiglia o da sole, garantendo priorità agli interessi principali della persona, imparzialità di scelta e un sostegno affidabile ai congiunti. Per ulteriori informazioni sull'amministratore di sostengo clicca su questo collegamento.
3 - Posso attivare il Servizio di Assistenza Domiciliare (SAD)
E’ un servizio che ha l’obiettivo di aiutare la persona nello svolgimento delle attività quotidiane sollevando in parte la famiglia dal carico assistenziale (le attività svolte sono, ad esempio: igiene degli ambienti, servizio di lavanderia, preparazione dei pasti, igiene della persona, disbrigo di commissioni, trasporto, ecc...). Il servizio viene erogato dal Comune gratuitamente al di sotto della soglia dell'Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE sociale) definita dal Comune, oppure a pagamento, sulla base della fascia ISEE.
4 - Servizio domiciliare privato - Badante
Quando la persona con demenza non può più stare da sola (in casa o fuori) o necessita di supervisione e aiuto nella quotidianità, e il familiare (o la rete dei familiari) non è in grado di provvedere a tempo pieno o di supportare tutto il carico assistenziale, può rendersi necessario ricorrere a delle figure esterne alla famiglia. Le possibilità sono le seguenti:
affidarsi a servizi di assistenza privata, gestiti da organizzazioni private, presenti nel mercato, che offrono servizi alla persona che vanno dalla sorveglianza a ore, all'assistenza nelle 24 ore, e possono comprendere l’igiene della persona e della casa, la preparazione di pasti, ecc.;
affidarsi a un'assistente familiare (badante). La ricerca di una badante può avvenire in varie forme, dal passaparola al ricorso ad un’agenzia specializzata, che può fornire anche servizi di sostituzione (o di condivisione).
non improvvisare...
Anche nella scelta di un servizio privato è opportuno parlarne con l’assistente sociale per evitare di agire con improvvisazione. L’assistente sociale, in questo modo, acquisisce conoscenza del vostro caso.
Il servizio acquisito o la badante assunta non devono agire autonomamente e vanno messi in relazione con il sistema dei servizi e delle cure, in particolare con l’assistente sociale, ma anche con il medico di famiglia o il medico del CDCD.
Il medico, ad esempio, potrà fornire all'assistente le indicazioni per la somministrazione dei farmaci, oppure potrà interagire direttamente con l’assistente in caso di bisogno.
5 - Contributi economici sociali finanziati dal Comune
Ogni Comune ha le proprie regole. Valuta la tua situazione con l'assistente sociale o con gli operatori dei Servizi sociali del tuo Comune.
6 - Contributo economico finanziato dalla Regione del Veneto (Impegnativa di cura domiciliare - ICD)
É un contributo finalizzato all’assistenza al domicilio delle persone non autosufficienti, con ISEE sociosanitario inferiore a 16.700 euro. Segnaliamo qui due tipologie di ICD (per maggiori informazioni clicca qui):
ICDb, rivolta a persone non autosufficienti con basso bisogno assistenziale, del valore mensile di 120 euro;
ICDm, rivolta a persone con demenza associata a disturbi del comportamento, del valore mensile di 400 euro.
La valutazione di non autosufficienza è compiuta:
dall'assistente sociale e dal medico di famiglia per l'ICDb
dall'Unità di valutazione del Distretto per l'ICDm. Per questa è necessaria la valutazione neurologica dei disturbi del comportamento (che il CDCD avrà già effettuato).
L’accesso all'ICD avviene dopo il riconoscimento dell’idoneità e lo scorrimento di graduatoria, il cui punteggio è formulato sulla base della gravità del bisogno e dell'ISEE.
NB.: Diversamente dall'indennità di accompagnamento dell’INPS, l'erogazione dell'ICD avviene sulla base di una graduatoria, ed è pertanto possibile risultare idonei al contributo senza ottenerlo.
7 - Centro diurno per anziani non autosufficienti
La richiesta di accesso al Centro diurno va presentata al Distretto sociosanitario. Nel Distretto verrà attivata l'Unità di Valutazione Multidimensionale (UVMD) per la valutazione del caso e l'attribuzione di un punteggio per l’accesso alla graduatoria. Nell'Unità di Valutazione saranno coinvolti anche il tuo medico di famiglia e l’assistente sociale, che è opportuno abbiano conosciuto il tuo caso. Informali che vuoi presentare domanda di accesso al Centro diurno.
Si distinguono due modalità di accesso al Centro diurno:
con contributo a carico del fondo della non autosufficienza (impegnativa di semi-residenzialità) pari a 28 euro al giorno, che viene erogato tramite scorrimento di graduatoria. E’ prevista una compartecipazione (di circa pari importo) da parte dell’utente o del Comune;
alcuni posti sono disponibili a pagamento per l’intera quota: l’accesso avviene su diretta richiesta da parte dell’utente alla struttura diurna. Si consiglia di parlarne comunque con l’assistente sociale e con il medico di famiglia.
Guarda in questa mappa dove sono i Centri diurni per anziani non autosufficienti in Veneto.
8 - Ricovero temporaneo o di sollievo
Nel corso dell’assistenza al domicilio può essere necessario un periodo di pausa dalla continuità assistenziale, per consentire un periodo di recupero psicofisico al caregiver principale o consentire le ferie all'assistente familiare quando non si individua un sostituto nemmeno nella rete familiare o extra-familiare. In queste situazioni si può richiedere tramite l’assistente sociale l’attivazione di servizi di sollievo con il ricovero temporaneo in residenza della durata, di norma, di 30 giorni, ripetibile al massimo 3 volte nei successivi 365 giorni. L’assistente sociale indicherà le modalità di accesso al servizio, che differiscono da zona a zona, ed aiuterà a segnalare la gravità del bisogno.
Questo servizio va programmato con largo anticipo (alcuni mesi). In caso di emergenza/urgenza, comunque, l’assistente sociale provvederà a richiedere al Distretto la convocazione urgente della UVMD per valutare il singolo caso.
9 - Ricovero temporaneo in SAPA (Sezione Alta Protezione Alzheimer)
In tutte le ULSS sono presenti alcune strutture residenziali temporanee che ospitano persone con demenza in una fase di difficile gestione domiciliare. Il ricovero può durare al massimo 60 giorni, non ripetibili, ed è finalizzato al rientro a domicilio. Il SAPA è un nucleo strutturato con particolare attenzione alla gestione dei disturbi del comportamento e può coadiuvare nell'impostazione della gestione domiciliare.
Guarda in questa mappa dove si trovano i SAPA in Veneto.
10 - Ricovero definitivo in residenza
Rappresenta un’opportunità indispensabile quando la famiglia che si prende in carico della persona con demenza dimostra di non avere più risorse (fisiche e psicologiche) per continuare a garantire un’assistenza appropriata ed adeguata a casa propria. La decisione di presentare richiesta di accesso in struttura in regime definitivo prevede il coinvolgimento del medico di famiglia e dell’assistente sociale del territorio.
La richiesta di accesso va presentata al Distretto sociosanitario. Nel Distretto verrà attivata l’unità di valutazione multidimensionale (UVMD) per la valutazione del caso e l'attribuzione di un punteggio per l’accesso alla graduatoria.
Nell'Unità di Valutazione saranno coinvolti anche il tuo medico di famiglia e l’assistente sociale, che è opportuno che abbiano conosciuto il tuo caso. Informali che vuoi presentare domanda di accesso alla struttura residenziale.
Si distinguono due modalità di accesso:
con contributo a carico del fondo regionale per la non autosufficienza (impegnativa di residenzialità), pari a 49 o 56 euro al giorno (a seconda della gravità del bisogno), che viene erogato tramite scorrimento di graduatoria. E’ prevista una compartecipazione da parte dell’utente o del comune. Il Comune interviene quando la persona non riesce a far fronte all'intera compartecipazione con il proprio reddito o con quello dei propri figli. Il Comune definisce il valore soglia dell'Indicatore della Situazione Economica Equivalente ISEE al di sotto del quale interviene con la partecipazione. L'ISEE in questo caso viene calcolato tenendo conto della situazione reddituale e patrimoniale dei figli, anche se non residenti;
a pagamento per l’intera quota: l’accesso avviene su diretta richiesta da parte dell’utente alla struttura. Si consiglia di parlarne comunque con l’assistente sociale e con il medico di famiglia.
Guarda in questa mappa dove si trovano le strutture residenziali in Veneto.
CON:
IL MEDICO DI FAMIGLIA
Con il medico di famiglia puoi attivare i seguenti servizi:
11 - Richiesta di servizi sanitari domiciliari
L’Assistenza Domiciliare Infermieristica può essere attivata, ad esempio, per il posizionamento di catetere vescicale, la medicazione delle piaghe da decubito, i prelievi a domicilio quando il paziente non deambula o presenta disturbi comportamentali... Previa richiesta del medico il Distretto può fornire anche materasso antidecubito, carrozzina, comoda, deambulatore, presidi per l’incontinenza (pannoloni).
12 - Cure palliative di fine vita
Il percorso nell'ambito della rete di cure palliative del paziente affetto da demenza in fase avanzata viene attivato su richiesta del medico di famiglia e/o dell'infermiere delle cure domiciliari; richiede la valutazione di medico di famiglia, medico palliativista, infermiere e di altre figure necessarie in base al singolo caso. Luogo privilegiato per le cure è il domicilio. L'assistenza in questa fase è rivolta a controllare la sofferenza ed è basata anche sui desideri e sulle preferenze del paziente.
13 - Documentazione sanitaria per le pratiche INPS
Il medico di famiglia provvede alla predisposizione della documentazione per l’inoltro all’INPS (tramite il Centro di Assistenza Fiscale - CAF) della richiesta di riconoscimento dell’invalidità civile e dell’eventuale pensione di accompagnamento (o indennità di accompagnamento).
14 - Documentazione sanitaria per l'attivazione dei permessi lavorativi previsti dalla L. 104/1992
Predisposizione della documentazione per l’attivazione dei permessi lavorativi previsti dalla Legge 104/1992. Tale legge, all'articolo 33 prevede la possibilità di ottenere particolari permessi per i congiunti che assistono persone disabili e per le stesse persone gravemente disabili.
CON:
IL CAF
Al CAF (Centro di assistenza fiscale) puoi rivolgerti per i seguenti servizi.
15 - Richiesta dell’ISEE
L'ISEE è l'indicatore che serve per valutare e confrontare la situazione economica dei nuclei familiari che intendono richiedere una prestazione sociale agevolata. Per ottenere l'assistenza necessaria alla compilazione della dichiarazione e delle domande da presentare agli Enti erogatori delle prestazioni è possibile rivolgersi ad un qualsiasi ufficio del CAF su tutto il territorio nazionale, che gratuitamente potrà assistervi nella compilazione della dichiarazione utile ad ottenere l'ISEE.
L'ISEE viene calcolato con diverse modalità, in base alla prestazione che si sta richiedendo:
ISEE ordinario per le prestazioni sociali agevolate: tiene conto del reddito e del patrimonio del'intero nucleo familiare di cui fa parte il richiedente. E' l'ISEE richiesto dai Comuni per l'accesso alle prestazioni sociali: i comuni definiscono il valore massimo.
ISEE socio-sanitario consente di considerare la situazione economica e patrimoniale del richiedente, separatamente da quella del nucleo familiare di cui fa parte. E' l'ISEE previsto per le ICDb e le ICDm, a meno che non equivalga a quello ordinario. Il valore massimo è pari a 16.700 euro.
ISEE per le prestazioni residenziali. E' l'ISEE previsto per l'accesso ai contributi per la compartecipazione della quota dei servizi residenziali, ed è calcolato tenendo conto del reddito dei figli, anche non conviventi. Il valore massimo è definito da ciascun Comune.
Per maggiori in formazioni sull'ISEE, visita il sito dell'INPS o quello del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali.
16 - Domande per l’INPS